Papa Francesco: udienza, “le virtù teologali sono il grande antidoto all’autosufficienza”, “la superbia è un veleno potente”

“Il cristiano non è mai solo. Compie il bene non per un titanico sforzo di impegno personale, ma fa il bene perché, come umile discepolo, cammina dietro al Maestro Gesù”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alle tre virtù teologali, che “fondano, animano e caratterizzano l’agire morale del cristiano”. “Mentre il rischio delle virtù cardinali è quello di generare uomini e donne eroici nel compiere il bene, ma tutto sommato soli, isolati, il grande dono delle virtù teologali è l’esistenza vissuta nello Spirito Santo”, ha puntualizzato Francesco a proposito di fede, speranza e carità, “che sono il grande antidoto all’autosufficienza”. “Quante volte certi uomini e donne moralmente ineccepibili corrono il rischio di diventare, agli occhi di chi li conosce, presuntuosi e arroganti!”, ha esclamato Francesco: “È un pericolo davanti al quale il Vangelo ci mette sempre in guardia”. “La superbia è un veleno potente: ne basta una goccia per guastare tutta una vita improntata al bene”, il monito: “Una persona può avere compiuto anche una montagna di opere benefiche, può aver mietuto riconoscimenti ed encomi, ma se tutto ciò l’ha fatto solo per sé, per esaltare sé stessa, può dirsi ancora una persona virtuosa? No!”.

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