Salvare vite umane attraverso l’immunizzazione. È l’obiettivo della Settimana mondiale dell’immunizzazione promossa dall’Oms che si celebra dal 24 al 30 aprile. L’appuntamento quest’anno riveste un significato speciale in quanto coincide con il 50° del Programma esteso di immunizzazione lanciato dall’Oms nel 1974 per la protezione di tutti i bambini contro sei malattie infantili, tra cui tubercolosi, difterite, tetano, pertosse, poliomielite e morbillo. Oggi, questo numero è cresciuto fino a 13 vaccini universalmente raccomandati per tutto il corso della vita e 17 aggiuntivi con raccomandazioni dipendenti dal contesto.
In occasione della settimana, la Sip rinnova l’invito alla vaccinazione dei più piccoli per tutte le malattie prevenibili con vaccino, spiegando che vi è anche una recrudescenza di due di queste patologie, il morbillo e la pertosse. Dal 1° gennaio al 31 marzo sono stati notificati 213 casi di morbillo, di cui 34 casi a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo 2024. L’88% era non vaccinato al momento del contagio. Cinquantasei casi (26,3%) hanno riportato almeno una complicanza, inclusi 23 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. “L’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età tra 0 e 4 anni; 11 casi avevano meno di 1 anno di età. Le alte coperture vaccinali sono l’unico strumento di difesa” sottolinea la presidente Sip, Annamaria Staiano. Da inizio anno stiamo assistendo anche ad una recrudescenza della pertosse. “Una malattia infettiva – specifica inoltre Rocco Russo, responsabile tavolo tecnico vaccinazioni Sip – che non conferisce una immunità permanente, per cui bisogna cercare di contrastarla con alti livelli di copertura vaccinale nel corso del tempo, effettuando i dovuti richiami”. Recrudescenza in linea con quanto segnalato dall’Ecdc in diversi Paesi europei.
Ancora bassi e da incentivare, secondo i pediatri, i dati di coperture vaccinali (ciclo completo) per ragazze e ragazzi nei confronti del Papillomavirus umano (Hpv), virus trasmissibile per via sessuale responsabile di infezioni che possono anche portare allo sviluppo delle specifiche tipologie di tumori correlati, anche se si riscontra negli ultimi dati disponibili, relativi al 2022, un lievissimo miglioramento rispetto all’anno precedente. La copertura vaccinale per Hpv (ciclo completo) nelle ragazze nella coorte più giovane (2010), che compivano 12 anni nell’anno di rilevazione, è al 38,78%, mentre quello della coorte 2009 (compimento 13 anni nell’anno di rilevazione) è al 56,18%. Ben al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale (95% nel 12° anno di vita) con nessuna Regione o Provincia autonoma grado di raggiungere l’obiettivo.