“Signore, insegnaci a pregare”: prende spunto da un passo del Vangelo di Luca (11, 1) la nuova lettera pastorale che il vescovo di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, ha rivolto a tutta la comunità in occasione della venuta in città della statua della Madonna di Fatima, dal 27 aprile al 5 maggio nella chiesa parrocchiale di San Timoteo, unitamente all’indicazione di Papa Francesco che propone di vivere quest’anno di preparazione al Giubileo 2025 come Anno della preghiera.
La lettera diffusa oggi, festa della Madonna dello Splendore, venerata nella diocesi di Teramo-Atri da cui proviene, e 18° anniversario dell’elezione a vescovo di mons. De Luca, è una riflessione sul tema della preghiera. “La circostanza del pellegrinaggio – scrive il presule – mi è apparsa come un invito ripetuto e riproposto da Maria, nostra Madre, che ancora una volta, rivolta a noi, ci invita a fare quello che Gesù, attraverso il ministero di Pietro ci dice”. Un’opportunità, quella della riscoperta e valorizzazione della preghiera, che si può cogliere in un tempo in cui “come singoli, come comunità cristiane, come comunità civile, sperimentiamo la mancanza di qualcosa che illumini la nostra mente, scaldi il nostro cuore, rimotivi le nostre mani, per uscire dalla rassegnazione, dalla prigione dello scoraggiamento, dalle analisi che denunciano vuoti e mancanze e sembrano spiazzarci, a volte paralizzarci”. “Noi siamo un grido che si leva dalla nostra finitudine e dal nostro limite e non trova risposta finché non incontra l’Altro”. La lettera propone un percorso di agile lettura scandito in vari punti su cui soffermarsi e meditare tra i quali: “Perché pregare? Gesù pregava e invita a entrare nella sua preghiera. La preghiera e lo stile di vita. Il luogo della preghiera cristiana. Gli ostacoli alla preghiera e il combattimento”. I vari punti convergono sul primato di Dio-Padre nella vita di ciascuno e sull’invito a vivere la preghiera come un tutt’uno, come un abbraccio, nella relazione con il Padre e con gli altri che sono fratelli e sorelle.
“Noi – scrive mons. De Luca – siamo chiamati a cooperare col Dio ricco di misericordia secondo le nostre possibilità che risultano sicuramente limitate e inadeguate, ma Dio può compiere meraviglie proprio attraverso la nostra piccolezza, purché come in Maria, trovi un cuore aperto e disponibile che si lasci trasformare dal suo amore”. La lettera si conclude con una riflessione pregata in cui si contempla Maria donna orante e le si chiede di imparare a pregare come prega Lei.