Ue: 20° anniversario dell’allargamento. Vescovi Comece su futura adesione Paesi candidati, “un forte messaggio di speranza, pace e giustizia”

Łomża (Polonia), Assemblea Plenaria di primavera vescovi Ue (foto Comece)

“Consideriamo la prospettiva di una futura adesione all’Ue come un forte messaggio di speranza per i cittadini dei Paesi candidati e come una risposta al loro desiderio di vivere in pace e giustizia”. È quanto scrivono i vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Ue in una Dichiarazione diffusa oggi al termine dell’Assemblea plenaria di primavera della Comece che si è svolta a Łomża (Polonia), durante la quale le Chiese hanno celebrato il 20° anniversario dello storico allargamento dell’Ue. Il 1° maggio 2004 l’Unione europea si è ampliata con dieci nuovi Stati membri e “questo – scrivono oggi i vescovi – ha rappresentato un passo significativo nella realizzazione della visione di un’Europa unita che possa ‘respirare con i suoi due polmoni’, come espressa da san Papa Giovanni Paolo II, riunendo l’Europa dell’Est e dell’Ovest in una comunità di popoli, diversi, eppure legati da una storia e da un destino comuni”. “Si è trattato di una pietra miliare nel processo di europeizzazione dell’Ue, rendendola più vicina a ciò che è chiamata ad essere, e una forte testimonianza per i nostri tempi di come la cooperazione fraterna, nella ricerca della pace e radicata in valori condivisi, possa prevalere su conflitti e divisioni”, si legge nella Dichiarazione.

Łomża (Polonia), Assemblea Plenaria di primavera vescovi Ue (foto Comece)

Oggi tra i Paesi “candidati ufficiali” ad entrare nell’Unione europea ci sono i Paesi dei Balcani e dell’Est Europa, come Albania, Bosnia ed Erzegovina, Ucraina, Moldavia, Georgia. Dopo una certa “stanchezza da allargamento” che si registrava negli ultimi anni, oggi – notano i vescovi – la situazione si è ribaltata: “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e gli sviluppi geopolitici nei Paesi vicini all’Ue hanno dato un nuovo slancio per le future adesioni all’Unione” che i vescovi non esitano a definire “una necessità geopolitica per la stabilità del nostro continente”. La Comece si rivolge all’Unione europea: “La credibilità del processo di allargamento dell’Ue implica anche passi concreti da parte dell’Unione per prepararsi ad accogliere nuovi membri. Il futuro allargamento dell’Ue è un’opportunità per attualizzare l’idea di un’Europa unita, radicata nella solidarietà pratica, e per riscoprire con fedeltà creativa quei grandi ideali che ne hanno ispirato la stessa fondazione”. A questo riguardo, però, i vescovi chiedono che ogni processo prenda sempre “in considerazione” l’impatto sulle persone, “in particolare sui membri più vulnerabili delle società degli attuali e dei futuri Stati membri” e sia improntato sul “rispetto per le diverse tradizioni e culture”, la solidarietà pratica e non sull’ “imposizione ideologica”. “Come Chiesa cattolica – assicurano i vescovi delegati –, siamo pronti a contribuire a questi sforzi”.

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