Vincenzo Agostino: Sabella (magistrato), “avrebbe meritato di conoscere la verità sulla morte del figlio, lo Stato è in debito con lui”

“Vincenzo Agostino era diventato un simbolo, un’icona”. Così Alfonso Sabella, magistrato, ha ricordato al Sir l’uomo scomparso ieri, padre dell’agente Nino, ucciso dalla mafia assieme alla moglie Ida. “Io mi sono occupato a margine della vicenda sulla base delle dichiarazioni di Brusca. Ma sono andato via da Palermo prima di sviluppare quell’indagine”, ricorda il magistrato.
Pur non avendo avuto il tempo di interrogare Agostino, Sabella riferisce di averlo incontrato in manifestazioni pubbliche: “Quelle volte che l’ho incontrato ho trovato una persona solare, limpida, il cui unico obiettivo era capire perché ha perso il figlio in quel modo. Nel caso di Agostino c’era un dovere maggiore da parte dello Stato di arrivare alla verità, perché era quello stesso Stato che gli aveva chiesto di esporsi. Noi, come Stato, non possiamo che chiedere scusa a tutte le vittime dei familiari di mafia. E, in particolare, nel caso di uomini delle forze dell’ordine morti per compiere il loro dovere. Vincenzo Agostino avrebbe meritato di conoscere la verità prima di andarsene. Verità che a questo punto non saprà mai”.

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