Una forte denuncia della grave situazione sociale che sta vivendo l’Argentina è contenuta nel messaggio al Popolo di Dio diffuso ieri dalla Conferenza episcopale dell’Argentina, pervenuto al Sir. La nota contiene un lungo elenco di “situazioni che attentano all’infinita dignità della persona umana”. In particolare, “avanza la pandemia silenziosa del narcotraffico (i vescovi hanno soprattutto dell’allarmante situazione che si vive a Rosario, ndr), che usa i poveri come materiale di scarto, che promuove gli omicidi su commissione, che seduce i membri della politica, della magistratura e del mondo imprenditoriale con il denaro insanguinato”. Ancora, denunciano i vescovi, “molti anziani si trovano di fronte al dramma di scegliere tra mangiare o comprare le medicine, perché le loro pensioni sono insufficienti; le cucine comunitarie chiudono per mancanza di assistenza e molti rimangono senza la possibilità di un pasto durante la giornata; si attenta alla vita innocente, di chi non è ancora nato, ma è sotto attacco anche quella altrettanto sacra di milioni di bambini già nati che si dibattono tra miseria ed emarginazione; assistiamo alla discontinuità delle politiche pubbliche di integrazione dei quartieri popolari, realizzate con il consenso di Governi di diverso segno politico e di rappresentanti legislativi; le famiglie sono espropriate delle proprie terre native, a vantaggio di interessi economici; ci sono nostri fratelli che perdono il lavoro, che sentono che la loro vita è di troppo, e che non possono mettere mano alla costruzione della Patria”.
Alla luce di questo quadro molto preoccupante, i vescovi citano sant’Alberto Hurtado, che proponeva: “Nei momenti difficili non dobbiamo stancarci di amare gli altri e di rendere la loro vita più gioiosa”. E chiedono “il dono della speranza che ci sostiene nei momenti difficili e allo stesso tempo ci incoraggia ad andare avanti senza abbassare le braccia, tenendo per mano i più vulnerabili con i quali stiamo facendo il nostro cammino affinché, insieme, possiamo costruire la Patria della fraternità che desideriamo e per la quale tanti hanno dato la vita”.
In una lettera inviata giovedì a Papa Francesco, i vescovi, infine, hanno confermato il desiderio di accoglierlo in Argentina: “Aspettiamo sempre con ansia la tua visita. Siamo qui per l’abbraccio fraterno e la condivisione aperta con questo popolo, che un giorno ti ha visto partire per incontrare una paternità più grande e universale”.