“Sentiamo che questo mondo europeo che è il nostro, potrebbe conoscere sconvolgimenti inimmaginabili. Quale sarà il destino dell’Unione Europea e dell’intera Europa quando questa guerra avrà prodotto tutti i suoi effetti, con esiti di cui non riusciamo a figurarci la forma?”. I vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Ue guardano con grande preoccupazione alla situazione internazionale e ai venti di guerra che soffiano a Est dell’Europa e in tutto il Medio Oriente. E’ mons. Mariano Crociata, presidente della Comece a fare “il punto” dando voce ai sentimenti dei vescovi europei, aprendo a Łomża, in Polonia, l’Assemblea plenaria di primavera che si sta svolgendo dal 17 al 19 aprile. La sede polacca è stata scelta in memoria dei 20 anni dal grande allargamento dell’Unione Europea, con l’ingresso di dieci Paesi, soprattutto dell’Europa orientale. “Il ritorno della guerra in Europa – ha subito osservato Crociata – fa calare un velo d’ombra non solo su quel bilancio ma su tutti gli aspetti della vita dei popoli che la abitano”. “Avvertiamo non senza inquietudine la vicinanza dei territori nei quali da più di due anni si combatte a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. “Il quadro – ha quindi proseguito Crociata – è reso solo più complicato e pericoloso dallo scontro in atto tra Israele e Palestina in Medio Oriente, ancora di più con l’entrata in gioco anche apertamente dell’Iran. Non è una guerra europea, ma le conseguenze sui nostri Paesi sono percepibili e soprattutto minacciosi”. Secondo mons. Crociata, “in un mondo multipolare che vede crescere nuove potenze protagoniste, un’Unione Europea divisa da beghe interne e perciò incapace di esprimersi con una sola voce forte e decisa, può solo prepararsi a pagare il prezzo alto dell’emarginazione se non della sottomissione; sempre che la guerra non ci servi sorprese ben più amare”. “La fase elettorale nella quale da mesi siamo entrati – ha detto Crociata facendo riferimento alle elezioni europee di giugno – non è certo di aiuto, dal momento che rende tutti più cauti e guardinghi”. E “un segno drammatico di tale debolezza è l’incapacità di intraprendere alcuna azione diplomatica efficace”. Per questo, il presidente della Comece ha invitato i vescovi delegati a “riconoscere il significato che le prossime elezioni del Parlamento assumono per l’esistenza e il futuro dell’Unione Europea” esortando a “prepararsi ad esse e aiutare i nostri Paesi, a cominciare dai nostri fedeli, a prenderle sul serio e a valorizzarle con senso di partecipazione e di responsabilità”. A questo proposito, mons. Crociata ha ricordato la recentissima Dichiarazione pubblicata dalla Comece. Si tratta di “uno strumento prezioso” in cui sono indicati i punti che “a nostro giudizio hanno un valore prioritario per la prossima legislatura”.