L’attacco dell’Iran a Israele “segna uno spostamento verso uno scontro aperto. E ci mostra la natura della guerra moderna”. A dirlo è stata Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea che oggi è intervenuta al summit sulla sicurezza e la difesa europee, a Bruxelles. L’attacco ha segnato una svolta per le armi utilizzate e la rapidità ed efficacia dei sistemi di difesa, ha spiegato la presidente, segnale del “valore reale di investimenti coerenti a lungo termine in capacità e tecnologie di difesa avanzate” e del “valore della costruzione di partenariati e della cooperazione con gli alleati”. Questo è stato l’ultimo segnale, in ordine di tempo, “delle intenzioni della nuova lega degli autocrati”, che lavorano per “distruggere l’ordine internazionale basato sulle regole”. L’Europa, ha continuato von der Leyen, sta nel mezzo di un mondo “pericoloso come non lo era da generazioni”, motivo per cui “è giunto il momento del risveglio europeo in materia di difesa e sicurezza”. Occorre lavorare “velocemente e con tutta la volontà politica necessaria” a un’architettura di sicurezza, che lasci nelle mani degli Stati membri le responsabilità degli eserciti, ma lavori insieme su altri settori, come la finanza, la ricerca, l’innovazione, l’industria. Von der Leyen ha evocato un’“Europa più sovrana nel campo della difesa”, vitale per rafforzare la Nato. Preparazione, investimenti, partnership le tre direttrici su cui lavorare. Servono una “nuova mentalità della difesa europea” e, ha detto in conclusione la presidente, “coraggio politico e morale di stare al fianco dell’Ucraina qui sul suolo europeo per tutto il tempo necessario”. Una vittoria della Russia avrebbe costi “di gran lunga maggiori di qualsiasi risparmio che potremmo fare ora” e allo stesso modo, “affrontare molteplici minacce e conflitti senza essere preparati” sarebbe molto più costoso di quanto possiamo permetterci.