“Se l’apocalisse è ‘rivelazione’, possiamo leggerla in questa chiave: ci mette in guardia dal male”. Lo ha affermato oggi padre Candiard nell’incontro tenuto a Seveso e promosso da Ac e Formazione permanente del clero della diocesi di Milano. Quindi la riflessione sulla speranza: “La venuta di Gesù porta con sé l’amore di Dio, gratuito e per tutti, che può essere accettato o meno. Infatti – ha osservato – essere amati non è sempre scontato. Noi pensiamo di dover essere degni di ricevere l’amore di Dio e ci è difficile ammettere che l’amore di Dio non va guadagnato, semmai va accolto con la nostra libertà”. Del resto “Gesù è stato crocifisso perché annunciava ai peccatori che la salvezza era anche per loro”.
E poco oltre: “La nostra speranza è nel far crescere in questo mondo il Regno di Dio, prendendoci cura delle persone, del Creato, di ogni cosa. Nella consapevolezza che nessuno – neppure noi preti – è strumento di salvezza, perché siamo tutti scopo della salvezza che ci viene dall’amore di Cristo”. Per poi specificare: “Non è la croce in sé che salva, ma come l’ha affrontata e vissuta da Gesù, come occasione d’amore”.
Durante il dibattito padre Candiard ha portato riflessioni sulla preghiera, sul fanatismo religioso, sulla vocazione. Affermando verso la conclusione: “Più che parlare di cose di Chiesa, dovremmo parlare e testimoniare Dio. E lasciar parlare Dio. La gente ha sete di Dio”.
“Questo incontro – ha spiegato don Cristiano Passoni, assistente dell’Ac diocesana – fa parte di una serie di appuntamenti che stiamo dedicando alla ricerca di un criterio di lettura del ‘cambiamento d’epoca’ spesso citato da Papa Francesco. Con l’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, abbiamo letto la situazione della Chiesa in questo tempo, poi, con il sociologo Mauro Magatti, abbiamo parlato della ‘metamorfosi necessaria’ per affrontare i cambiamenti. Ora, con padre Candiard, ci sono state offerte riflessioni utili per leggere il periodo di crisi alla luce del Vangelo”.