“Parlare della fine del mondo per ritrovare in questo tempo, dopo il Covid, in mezzo a guerre e cambiamento climatico, il senso della speranza – che non è vago ottimismo – alla luce del Vangelo di Gesù”. Padre Adrien Candiard, teologo domenicano, membro dell’Institut Dominicain d’Etudes Orientales del Cairo, esperto di islam, è intervenuto oggi al Centro pastorale di Seveso (diocesi di Milano) portando una riflessione a partire da un suo recente volume “Qualche parola prima dell’Apocalisse. Leggere il Vangelo in un tempo di crisi (Lev). L’incontro era proposto dall’Azione cattolica ambrosiana, in collaborazione con la Formazione permanente del clero, e ha visto l’intervento di Candiard seguito da un fitto dialogo tra i partecipanti, laici, religiose e sacerdoti della diocesi di Milano
Il dialogo ha preso le mosse da una riflessione centrata sulla lettura del Vangelo dalla prospettiva dei tempi di crisi (antropologica, ambientale, bellica, sociale…). Il libro del domenicano affronta, in particolare, la predicazione apocalittica di Cristo che occupa il capitolo 13 del Vangelo di Marco. Gesù, osserva padre Candiard, “non parla tanto della fine del mondo quanto del fine del mondo, cioè del senso e della direzione nella quale stiamo andando”.
Da qui una analisi delle stesse difficoltà che la Chiesa e la religione stanno attraversando. Ma, ha avvertito lo studioso, tra gli autori più letti in Europa, “non possiamo leggere la nostra attualità come compimento di una profezia: Semmai occorre rivolgere lo sguardo al tempo presente secondo un concetto che ci trasmette la teologia: il peccato. Pensiamo al clima, e allo sfruttamento e all’appropriazione che l’uomo fa del Creato. Riflettiamo sui conflitti e fissiamo lo sguardo su odio, violenza, sopraffazioni… Se rifiutiamo queste responsabilità umane i problemi non cesseranno, anzi torneranno. E se il male si trova nel cuore umano, va affrontato lì”.