“La Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana debbano essere orgogliose delle mete raggiunte in questi anni. Incontrarsi non è stato scontato e non sono mancate incomprensioni lungo il percorso; difficoltà che, tuttavia, non hanno impedito ai nostri Paesi di progredire costantemente, dando vita a un partenariato profondo e articolato che ci vede lavorare fianco a fianco sui temi prioritari dell’agenda europea e internazionale. Non è stato agevole. Tanto più assume valore quanto realizzato dai nostri Paesi”. Lo ha affermato questa mattina a Trieste il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lectio magistralis pronunciata in occasione della cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’Università di Trieste.
Dopo aver ricordato che “tra pochi giorni verranno celebrati i vent’anni dell’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, per il quale non fu indifferente il confronto sviluppatosi tra Lubiana e Roma”, il Capo dello Stato, ha rammentato l’incipit della Carta di Parigi sottoscritta nel 1990 da 35 Paesi: “L’era della contrapposizione e della divisione dell’Europa è terminata. Dichiariamo che per l’avvenire le nostre relazioni saranno basate sul rispetto e sulla cooperazione… È questo il momento di realizzare le speranze e le aspettative nutrite dai nostri popoli per decenni: l’impegno costante per una democrazia basata sui diritti dell’uomo e sulle libertà fondamentali, la prosperità attraverso la libertà economica e la giustizia sociale nonché un’uguale sicurezza per tutti i nostri Paesi”. “A confronto con quanto accade da oltre due anni, è amaramente lecito chiedersi come sia stato possibile dimenticarlo”, ha commentato il presidente. Un passaggio è stato poi dedicato al ruolo degli Atenei: “Le Università – ha spiegato – sono sempre state, oltre che sede di approfondimento e trasmissione del sapere, luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli Atenei di tutti i Paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli Stati”. “Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica, del dissenso”, ha ammonito.