“In questi anni, Slovenia e Italia, hanno sviluppato un dialogo costante e fruttuoso, alimentato dalla consapevolezza che la comune adesione e appartenenza alla casa europea e ai valori euro-atlantici rappresentino quell’elemento identitario che rafforza nei nostri Paesi lo sguardo verso il futuro. La riconciliazione con la storia non ci libera dal dovere di conoscerla e di ricordare, come Borut Pahor ha più volte sottolineato. Non conduce a letture di comodo del passato né relativizza le responsabilità, ma ci consente di coltivare sentimenti di rispetto per le sofferenze di ciascuno, in luogo di nutrire rancore e contrapposizione”. Lo ha affermato questa mattina a Trieste il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lectio magistralis pronunciata in occasione della cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’Università di Trieste.
“Si iscrive in questo processo – ha osservato il Capo dello Stato – il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 e che richiama, in particolare, le sofferenze delle popolazioni istriane-giuliane-dalmate. Ricordare gli avvenimenti, che hanno così profondamente inciso con dolore sulla vita delle popolazioni al confine orientale, significa anche rispettare i patimenti altrui”. “Le ferite causate dalle tragedie del Novecento – ha ammonito – non si possono cancellare. Le guerre combattute senza alcun rispetto per le popolazioni civili, le violenze e gli esodi, hanno colpito e sconvolto l’Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati”. “La Seconda Guerra mondiale – che quei nazionalismi hanno scatenato – ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha disperso famiglie, ha forzato a migrazioni”, ha ammonito Mattarella, sottolineando che “le storie nazionali si sono immerse in una storia globale. Le vicende dell’intero continente e del mondo hanno incontrato grandi sofferenze. Occorre non dimenticarlo”.