Haiti: Olire, “sacerdoti e religiosi bersaglio particolare della violenza sistematica”

“Mentre la crisi politica, sociale ed economica colpisce l’intera popolazione, i leader religiosi e le comunità sono diventati un bersaglio particolare della violenza sistematica, sotto forma di minacce e/o rapimenti”. Lo denuncia l’Osservatorio della libertà religiosa in America Latina (Olire9, che nel suo periodico rapporto elenca i casi di attacco a religiosi o a strutture ecclesiali negli ultimi mesi. Un elenco che contiene, in gran parte, casi già denunciati attraverso il Sir.
Nel mese di marzo, denuncia l’Osservatorio, alcune bande hanno fatto irruzione nel Petit Séminaire Collège Saint Martial, appartenente alla Congregazione dello Spirito Santo, a Port-au-Prince e per circa sei ore hanno saccheggiato, bruciato e rubato beni del seminario. Nonostante le chiamate alla polizia, questa non è intervenuta. Sempre in marzo, alcune bande sono entrate nella chiesa di Sant’Anna a Port-au-Prince e hanno rapito il sacerdote Alain Michel.
In febbraio, sei membri della Congregazione del Sacro Cuore e un insegnante che lavorava nella missione della Congregazione presso la scuola Jean XXIII di Port-au-Prince sono stati rapiti dalle bande. Solo quattro di loro sono stati rilasciati fino ad oggi. Sempre nella capitale, è stato compiuto un attentato alla vita di mons. Pierre André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau/Miragoâne e vicepresidente dell’episcopato. In gennaio, a Port-au-Prince, un gruppo armato ha dirottato un autobus che trasportava sei suore e altri due passeggeri. Il gruppo è stato rilasciato una settimana dopo.

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