“Non dimenticare mai il valore della dignità umana”. Lo ha affermato Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, introducendo l’incontro su “Virtuale e immersivo: quale futuro ci attende?” che vede radunati, in presenza e in collegamento, oggi a Roma presidenti e delegati delle 29 associazioni che fanno parte del Copercom.
Riferendosi al tema dell’incontro, Corrado ha osservato che “quando ci poniamo un interrogativo vuol dire che stiamo camminando”. “Quale futuro ci attende?”, ha commentato, è una domanda che apre a due orizzonti contrapposti: da una parte “al senso di paura che attanaglia, blocca, paralizza e non fa andare avanti”; dall’altra, “ad un entusiasmo incontrollato, che fa percorrere strade sbagliate”. Per evitare di scivolare da una o dall’altra parte, “bisogna sempre porsi nel mezzo”. Per questo, ha spiegato, poiché “stiamo vivendo un cambiamento antropologico” sono necessari “percorsi che vogliono essere bussola per leggere sempre meglio i segni dei tempi”. Riflettendo poi sul significato del “metaverso”, Corrado ha richiamato l’attenzione sul fatto che “non deve sfuggire l’impegno alla conoscenza”, per offrire un “indirizzo di comprensione della realtà e di come viene interpretata dalle nuove generazioni”. L’esortazione è quella a “non sganciarci e non contrapporci a ciò che ci circonda” ma a “volgere lo sguardo nella giusta direzione” sapendo che “il futuro passa sempre da un orizzonte di senso”. Riferendosi poi alla recentissima Dichiarazione “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede, il direttore dell’Ucs ha rilevato che “nel dibattito pubblico si è riaccesa l’attenzione sulla dignità umana, oggi vituperata da guerre, sfruttamento, pedo-pornografia anche online, schiavitù…”. “In questo momento storico – ha denunciato – c’è una grande lotta contro la dignità umana”. L’aggettivo “infinita” del titolo della Dichiarazione – ha aggiunto – “ci ricorda che la dignità non ha confini, non c’è un termine alla dignità umana. Questo suo carattere estensivo lo porta anche nell’ordine digitale e non è un caso che la ‘Dignitas infinita’ dedichi l’ultimo paragrafo sia dedicato al ‘lato oscuro del progresso digitale’”. Per questo l’interrogativo “Quale futuro ci attende?”, secondo Corrado, “più che paura o entusiasmo incontrollato ci ricorda che c’è un senso di responsabilità riposto in ciascuno di noi, perché le sfide del tempo presente possono diventare grandi opportunità sepolte nella giusta prospettiva della responsabilità”.