Il Ponte d’Oro: Tempo di Pasqua e “farsi prossimo” nel numero di aprile della rivista missionaria per ragazzi

Il Tempo di Pasqua, periodo di 50 giorni che inizia con il giorno della Risurrezione di Gesù e si conclude con la Pentecoste, può essere un’ottima palestra per imparare a mettersi nei panni degli altri. Come? Qualche suggerimento lo dà il numero di aprile del mensile per ragazzi “Il Ponte d’Oro”, edito dalla Fondazione Missio. Le pagine del dossier suggeriscono ai giovani lettori di prendere spunto dal Vangelo di Matteo in cui si invita a dare da mangiare a chi ha fame, dare da bere a chi ha sete, ospitare chi è lontano da casa, vestire chi è nudo, visitare i malati, andare a trovare i carcerati. E accanto ad ogni “invito” ecco una storia di un missionario che lo ha messo in pratica in prima persona, cioè si è messo “nei panni degli altri” di fronte a queste situazioni. Come padre Vincenzo Bordo, missionario in Corea del Sud da 34 anni, “che nei panni di chi ha fame – spiegano dalla redazione della rivista – ci si mette ogni giorno”. “Sì, perché la mensa per i poveri è un’opera a cui si dedica dal 1998, quando a Song-nam, un sobborgo di Seul, ha dato vita alla Casa di Anna. Un luogo che ha assicurato oltre tre milioni di pasti e ha tenuto sempre le porte aperte per chiunque avesse bisogno di qualcosa di caldo da mangiare”.
Il numero di aprile suggerisce anche di mettersi nei panni dei musulmani che il 10 aprile festeggiano la fine del Ramadan: “Come noi cristiani siamo felici quando riceviamo gli auguri per la festa di Pasqua o di Natale, così lo saranno anche i musulmani se riceveranno i nostri auguri per una loro importante ricorrenza. Perché – ricorda l’editoriale – le persone che credono in Dio (di qualunque fede: cristiani, musulmani o di altre religioni) dovrebbero sentirsi davvero coinvolti nelle pratiche, nelle preghiere, nei momenti comunitari, nelle feste delle altre religioni”.
Tra le rubriche figura l’intervista a suor Expedita Pérez Leon, missionaria Comboniana, che ha vissuto molti anni in Sudan, Egitto, Turchia, Israele e Palestina, “spesso a fianco di persone in fuga dalla propria terra, perché in pericolo di vita. Intervistata per capirne di più sui profughi, racconta di chi scappa da situazioni a rischio nei propri luoghi d’origine e approda in altri Paesi alla ricerca di sicurezza e libertà”.

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