“L’abbassamento di Dio in Gesù ci ricorda che tutto ciò che ha a che fare con il potere, l’arroganza, l’apparire, la violenza e l’orgoglio non fanno l’essere umano. La vera umanità di Gesù si è realizzata nel morire per gli altri, per me. La sua debolezza svela la forza inaudita di un amore che ci supera”. Lo ha ricordato il vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, nell’omelia della celebrazione della Passione del Signore che ha presieduto nel pomeriggio a Cimolais.
Nella sua riflessione, il presule, ricordando la passione e morte di Gesù, ha voluto sottolineare tre passaggi. Il primo riguarda le parole di Gesù “Sono io”: “Una semplice dichiarazione di identità – ha commentato il vescovo – diventa per Gesù una rivelazione, lo svelamento della sua vera identità che si realizzerà in pienezza sotto la croce”. La seconda sottolineatura è quello che dice al contrario Pietro a chi lo interroga “Non sono io”; mons. Pellegrini ha messo in evidenza la dinamica: “Alla responsabilità risponde il disimpegno, al coraggio si contrappone il timore, al dono di sé si erge la paura e l’anonimato”. Infine, la terza sottolineatura si riferisce alle parole “Ecco l’uomo”, che Pilato pronuncia alla folla quando gli presenta la scelta tra Gesù e Barabba: “Possiamo dire che Pilato – ha rilevato il vescovo – in quel gesto e quelle parole ci ha fatto un grande dono. In Gesù debole della passione, si manifesta la forza e la grandezza della sua umanità. Non c’è uomo o donne sulla faccia della terra che non possa riconoscersi in Lui, sentirlo solidale, fratello, amico e compagno di strada”.
“Ecco l’uomo” – ha concluso – “è la frase che rimane nella storia. Ma chi è Gesù? L’interrogativo rimane per molti. Non aver paura di avvicinarti a quel Gesù ucciso dagli uomini ma resuscitato e vivente per capire chi è veramente. Chiediamo a Dio in preghiera: sei veramente morto per me e risorto? Manifestati nella mia vita affinché io possa capire il tuo piano di salvezza per l’umanità e anche per me”.