“La storia della Passione di Gesù ci accompagna, le vite dei protagonisti – gli amici che scappano per paura, o i pochi che restano fedeli sotto la croce – ci coinvolgono e ci ricordano che insieme a Gesù si risorge sempre, si ricomincia sempre”. Con queste parole-invito alla speranza e alla fede – mons. Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca, si è rivolto ai detenuti della casa circondariale di Carinola (nella diocesi di Sessa Aurunca) e ad alcuni loro familiari durante la messa celebrata ieri, Martedì Santo, nella cappella del carcere. Pietro, protagonista del Vangelo “ha compreso se stesso, la sua paura e il peso del torto recato al Maestro nell’ora della morte, ma Gesù dopo la risurrezione lo prende per mano e lui ancora una volta si lascia guidare”: nelle parole del vescovo la carezza verso chi soffre l’isolamento, il dolore della pena ma spera di rinascere e tornare nella vita.
Al termine della celebrazione, mons. Cirulli accompagnato dal direttore del carcere, Carlo Brunetti, dal cappellano, don Carlo Zampi, dal comandante della Polizia penitenziaria, Attilio Napolitano, e da alcuni operatori ha visitato i reparti, donato ramoscelli d’ulivo benedetti e pregato ancora una volta con i presenti. Il vescovo ha augurato a tutti buona Pasqua di risurrezione e promesso di concretizzare presto un progetto per le famiglie dei detenuti: allestire nei pressi del Carcere alloggi per l’ospitalità dei familiari che raggiungono Carinola in occasione dei colloqui periodici.