“L’Unione europea è determinata ad aumentare la sua prontezza alla difesa e le sue capacità di difesa complessive affinché siano all’altezza delle sue esigenze e ambizioni nel contesto delle crescenti minacce e sfide per la sicurezza. […] La base industriale e tecnologica di difesa europea dovrebbe essere rafforzata di conseguenza in tutta l’Unione”. La guerra in Ucraina e la minaccia russa imperversano a Bruxelles. Il summit dei capi di Stato e di governo pone al centro di ogni discussione la guerra. Da qui l’insistenza – messa nero su bianco anche nel documento scritto del Consiglio – sulla difesa e le spese per armare gli eserciti dei 27. Vi si legge dell’“impegno comune di aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa, e investire insieme in modo migliore e più rapido; migliorare l’accesso dell’industria europea della difesa ai finanziamenti pubblici e privati”. In tale contesto, il Consiglio europeo “invita il Consiglio e la Commissione a esaminare tutte le opzioni per mobilitare finanziamenti e a riferire in merito entro giugno”. Seguono una serie di raccomandazioni e impegni tutti rivolti al rilancio dell’industria bellica. “Un’Unione europea più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa – affermano i leader Ue – contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri”.