Migranti: Emergency, sbarcati a Ravenna 71 naufraghi soccorsi dalla nave Life Support

Si è concluso al porto di Ravenna alle ore 11 di giovedì 21 marzo lo sbarco dei 71 naufraghi soccorsi dalla Life Support di Emergency. Le persone soccorse – tra cui una donna e tre minori di cui tre non accompagnati di 17 anni – sono originarie del Bangladesh, dell’Egitto e dell’Eritrea. Il soccorso era avvenuto sabato 16 marzo nel Mediterraneo centrale, in acque internazionali in zona SAR maltese. I 71 naufraghi si trovavano su un’imbarcazione in legno non adatta alla navigazione. “Per arrivare al Pos (Place of safety) di Ravenna, abbiamo impiegato quattro giorni di navigazione. L’assegnazione di porti così lontani ha l’effetto di lasciare scoperta l’area di ricerca e soccorso dove continuano a esserci casi di imbarcazioni in difficoltà. Questa politica sottrae tempo prezioso alle attività di ricerca e crea un vuoto proprio dove è necessaria e urgente la presenza delle navi della flotta civile, data l’assenza di una missione coordinata a livello europeo – commenta Domenico Pugliese, comandante della Life Support –. L’assegnazione del porto lontano colpisce anche le persone soccorse che stanno vivendo una condizione di vulnerabilità. Le costringe a ulteriori giorni in mare e instabilità, quando dovrebbero sbarcare il prima possibile in un posto sicuro”.
Nel report appena pubblicato “Non restare a guardare: un anno di soccorsi in mare della Life Support”, Emergency ha denunciato gli effetti che l’assegnazione dei porti lontani ha causato sulle attività di ricerca e soccorso svolte nel Mediterraneo centrale nel suo primo anno di navigazione. Dal dicembre 2022 alla fine del 2023, la Life Support si è vista assegnare i porti di Brindisi (2), Civitavecchia (1), Livorno (3), Marina di Carrara (3), Napoli (1), Ortona (2), Ravenna (1) e Taranto (1). Per raggiungere i porti lontani, Life Support ha percorso in media 630 miglia nautiche, impiegando 3,5 giorni di navigazione a missione. Per questi giorni di navigazione non necessari Emergency ha dovuto sostenere una spesa di 938.248 euro. L’organizzazione umanitaria ritiene che “sia urgente e necessario assicurare l’assegnazione del porto di sbarco più vicino e disponibile per ridurre inutili e ulteriori sofferenze per i sopravvissuti e garantire il loro rapido accesso ai servizi di base, ma anche per evitare che le navi subiscano ritardi ingiustificati e oneri finanziari”.

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