“Una forma di aiuto a chi vuole aiutare”. Così mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, ha definito il progetto di microcredito sociale che la Chiesa italiana intende realizzare, in vista del Giubileo, tramite la Caritas italiana. “L’iniziativa dovrebbe prevedere l’istituzione di un fondo che permetterà di sostenere quanti hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario”, ha spiegato il vescovo durante la conferenza stampa di chiusura del Consiglio episcopale permanente. “Non si tratta solo di offrire un aiuto economico, ma di creare in torno alla persona una rete di solidarietà in grado di accompagnarla, grazie ad un intervento che colmi anche quel deficit di solitudine dentro cui la povertà economica si dilata”. “È un segno distintivo della solidarietà della Chiesa italiana per il Giubileo”, ha proseguito Baturi, rendendo noto che la cifra stanziata è di diversi milioni di euro: “Non si tratta semplicemente di un Fondo messo a disposizione, ma di un Fondo che chiede a diversi soggetti di incrementarlo, anche con contributi di privati. Si stanno studiando i tetti massimi per reddito e le forme di coinvolgimento delle comunità sociali. I dettagli verranno presentati nei prossimi mesi”. A differenza di altri strumenti messi in passato a disposizione dalla Cei, come il “Prestito della speranza” destinato alle imprese, quello del microcredito sociale, ha concluso il segretario generale, “è uno strumento innovativo che si rivolge non alle attività economiche, ma alle persone che hanno bisogno di liberarsi da una situazione di costrizione, da cui è necessario che escano con l’aiuto di altri”.