Amnesty international condanna profondamente le atrocità in corso ad Haiti, a seguito della spirale di violenza scatenata da bande criminali che hanno preso il controllo della capitale Port-au-Prince e di altre zone del Paese per costringere il primo ministro Ariel Henry a dimettersi. Sollecita la comunità internazionale ad affrontare la situazione da una prospettiva focalizzata sui diritti umani. “Soluzioni militari e interventi esterni non hanno risolto le cause di fondo della crisi e, anziché favorire una stabilità duratura, hanno prodotto una serie di violazioni dei diritti umani rimaste impunite”, ha dichiarato Ana Piquer, direttrice di Amnesty International per le Americhe. “Le scene di violenza che questa crisi ha prodotto sono terrificanti. Le bande criminali che stanno seminando il terrore devono sapere che la gravità delle loro azioni potrà essere oggetto di indagini per crimini di diritto internazionale. La sofferenza di così tante persone non può rimanere impunita”, ha aggiunto Piquer. Dal 2021, quando venne assassinato il presidente Jovenel Moïse, Haiti è piombata in una grave crisi umanitaria, politica e di sicurezza. Le bande criminali ne sono uscite rafforzate e ora controllano una parte significativa del territorio e hanno accesso a importanti infrastrutture come porti e aeroporti. All’inizio di marzo una di queste bande ha organizzato la fuga di oltre 3600 prigionieri. La recente escalation di violenza ha raggiunto livelli allarmanti: vengono segnalate decine di uccisioni, rapimenti, violenza sessuale contro donne e ragazze e lo sfollamento forzato, dall’inizio del 2024, di oltre 35.000 persone. Amnesty international ricorda che “anche gli attori armati non statali, che agiscono come autorità di fatto controllando territori e popolazioni e che sono dotati di capacità organizzative, hanno l’obbligo di rispettare i diritti umani”. L’organizzazione per i diritti umani chiede alla comunità internazionale di “monitorare e documentare accuratamente possibili crimini di diritto internazionale commessi ad Haiti per assicurare il rispetto del diritto internazionale e, dove opportuno, incriminare i sospetti responsabili”. A tutti gli Stati delle Americhe, soprattutto agli Usa e alla Repubblica Dominicana, chiede di “porre fine alle politiche e alle prassi razziste e assicurare che le haitiane e gli haitiani non siano respinti alle frontiere e abbiano accesso a procedure eque ed efficaci di asilo. Gli Stati devono sospendere i ritorni ad Haiti dato che la situazione nel Paese pone le loro vite a rischio”.