“La casa è stata già presa”, “Venite un altro giorno, non ho tempo adesso”, “Mi spiace, non dipende da me, ma il proprietario non affitta a persone straniere”. Queste sono solo alcune delle scuse che tante persone straniere alla ricerca di una casa in affitto sentono abitualmente e a causa delle quali è precluso loro l’accesso alla casa. Lo sottolinea Refugees Welcome Italia (Rwi), in occasione della Giornata internazionale contro la discriminazione razziale, che cade domani, 21 marzo. Secondo un recente sondaggio, “circa il 20% delle persone con background migratorio che cercano casa è vittima di episodi di discriminazione. Mentre ci sono più di 10 milioni di case sfitte. La domanda cresce, l’offerta diminuisce. E per chi è percepito come diverso diventa quasi nulla – denuncia Rwi -. Raccogliamo quotidianamente testimonianze di questo tipo di discriminazioni dalle persone che seguiamo nei nostri progetti di accoglienza e mentoring. Un contratto di lavoro a tempo indeterminato e delle ottime referenze non sono sufficienti a convincere proprietari e agenzie immobiliari ad affittare a persone straniere, mentre stereotipi e pregiudizi sbarrano la strada all’accesso alla casa”.
“Il problema è strutturale, ma per chi non è italiano è amplificato. Il rischio che si corre è quello di negare, a persone con una certa stabilità economica, di continuare il loro percorso di inclusione, che non è possibile senza una abitazione dignitosa. Le motivazioni con le quali agenzie e proprietari immobiliari giustificano il non voler affittare case a persone con background migratorio sono sempre le stesse: pregiudizi legati alla paura verso ciò che non si conosce. E per questo che cerchiamo, come associazione, di svolgere un ruolo di mediazione con i proprietari degli alloggi. È un problema che va affrontato a livello culturale, sensibilizzando e promuovendo la conoscenza reciproca, e politico, rivedendo le politiche dell’abitare”, afferma Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.
Come associazione impegnata a promuovere l’inclusione delle persone migranti e rifugiate, evidenzia Rwi, “proponiamo una serie di azioni: sensibilizzare i proprietari di casa e le agenzie immobiliari circa le discriminazioni multiple verso le persone straniere, monitorare e sanzionare forme di discriminazione rispetto all’abitare, ripensare le politiche abitative e il sistema di garanzie a tutela delle persone in condizioni economiche precarie, promuovere un accompagnamento sociale del conduttore e del locatore, pianificare nuove strategie per la messa a disposizione degli alloggi sfitti”.