“Per i vostri figli siete il segno, i testimoni, il ponte tra la casa e il mondo. Siete riferimento per un mondo complesso ma da decifrare, di cui prendersi cura. Un mondo che talvolta spaventa, altre volte incuriosisce ma nel quale si può, accompagnati, cominciare a prenderne confidenza. Vi auguro di saper stare accanto ai vostri figli e riuscire ad accompagnarli dentro le intricate ma affascinanti strade della vita”. Lo scrive mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, negli auguri ai padri per la Festa del papà. “Per non perdersi servono punti di riferimento – osserva -. Non bastano le regole e neppure le idee e tantomeno l’ansia dei successi: siate voi gli interpreti delle regole e delle idee e dell’impegno. Non lasciate i figli in balia delle ansie e delle tristezze che stanno affliggendo troppi ragazzi e troppi giovani. Siate presenti come testimoni affidabili: insieme si possono affrontare le prove e le incognite del futuro, tirare fuori le proprie capacità, vivere senza estenuanti e avvilenti confronti. Come ha fatto San Giuseppe con Gesù e Maria: quando c’è stato bisogno ha saputo esserci e fare le scelte che gli competevano, guida coraggiosa anche dentro il male e la violenza che inquietano”. Il presule augura ai papà “di essere testimoni che la vita merita. Voi siete la possibilità di guardare al futuro con fiducia. Vi auguro di sapervi ricaricare voi stessi di fiducia, come San Giuseppe”.
Mons. Trevisi evidenzia: “Anche Dio si è rivelato e ha scelto di essere chiamato Padre, Papà. Questo mi fa molto pensare. Voi potete dare ai vostri figli il gusto positivo alla parola ‘Padre, papà’ e dunque aiutare i figli ad avere un’aspettativa, una relazione positiva nei confronti di Dio, che ha scelto di farsi chiamare Padre: colui che dà la vita, che genera, da cui veniamo e siamo stati desiderati e voluti. Datevi il tempo per costruire relazioni con i vostri figli che rafforzino la fiducia che la vita ha senso, il coraggio nel prendersi le responsabilità, la comprensione per le fatiche e le fragilità che ci connotano ma che non fanno venir meno la stima per l’impegno e la determinazione. In una parola il coraggio della libertà, quella vera, non quella che si lascia abbindolare dalle pressioni del mercato consumista, delle mode fuorvianti, delle comodità appaganti ma poi frustranti. Possiate essere visti come i depositari di un’esperienza a cui attingere”. E, ancora, l’augurio “di essere papà che sanno prendere per mano, ma poi anche che sanno incoraggiare a camminare con le proprie gambe. Alla scoperta della propria vocazione: la propria unicità nello spendere la vita. Dentro un disegno di giustizia e di amore che ci fa guardare in alto, al Cielo, per prenderci l’iniziativa quaggiù, sulla Terra”.