“Il processo sinodale ci ha resi sempre più consapevoli nostra missione”. Ne è convinto il card. Jean Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, che intervenendo alla presentazione, in sala stampa vaticana, di due nuovi documenti in vista della seconda sessione dell’assemblea, prevista ad ottobre, ha sottolineato come “mentre avanza la preparazione alla Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, anche grazie agli orientamenti qui formulati, prosegue il lavoro sulle altre due direttrici individuate a partire dalla Relazione di Sintesi della Prima Sessione”. La prima direttrice, ha ricordato Hollerich, “consiste nel mantenere viva la dinamica sinodale nelle Chiese locali, in modo che un numero crescente di persone possa farne diretta esperienza”. Di qui l’invito a tutte le diocesi “a rileggere la Relazione di Sintesi per enucleare le sollecitazioni più significative per la loro situazione e su di esse attivare le iniziative più opportune per coinvolgere tutto il Popolo di Dio”. La seconda direttrice consiste nell’approfondire, con modalità sinodale, “una serie di tematiche di grande rilevanza, che richiedono di essere trattate a livello della Chiesa intera e in collaborazione con i Dicasteri della Curia Romana”. Sono in corso di costituzione i Gruppi di Studio incaricati di impostare l’approfondimento delle tematiche individuate, come meglio specifica il documento “Gruppi di studio su questioni emerse nella Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”, da approfondire in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana, diffuso contestualmente al primo documento. Tre i livelli su cui prosegue il processo sinodale, ha precisato mons. Piero Coda, segretario generale della Commissione Teologica Internazionale: “quello di ciascuna Chiesa locale, quello dei raggruppamenti di Chiese (nazionali, regionali, continentali), quello della Chiesa intera nella relazione tra il primato del vescovo di Roma, la collegialità episcopale e la sinodalità”. A riguardo di queste tematiche è già stato avviato un processo di consultazione delle Chiese locali di tutto il mondo, sui cui contributi si baserà la redazione dell’Instrumentum laboris della Seconda Sessione. “Da questa esperienza non si torna indietro”, ha detto suor Simona Brambilla, segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica: “Si va avanti; e si va dentro, in profondità, coinvolti e presi in un movimento a spirale che, con forza e dolcezza, ci porta all’essenziale di ciò che siamo come cristiani: fratelli e sorelle in Cristo. Alleggeriti, disarmati e liberati dalle varie armature e paramenti che possiamo avere addosso. Sì, perché il sinodo è un percorso squisitamente spirituale, e come tale è soffio, sussurro, movimento che trasforma, libera, unisce e armonizza, senza mai appiattire, omologare, omogeneizzare”. A sottolineare la centralità del tema della “partecipazione all’unica missione di annunciare Cristo al mondo” è stato mons. Filippo Iannone, prefetto del Dicastero per i Testi Legislativi: “Come ci insegna il Papa, la nuova evangelizzazione deve indicare un nuovo protagonismo dei battezzati”.