Invece di ridurre il livello di responsabilità penale tra bambini e giovani, come previsto dal Cancelliere Nehammer, il Gruppo della gioventù cattolica austriaca (Kjsö) chiede investimenti a lungo termine nella protezione dei bambini e nella prevenzione. “La violenza contro i bambini e i giovani è un problema per la società nel suo insieme che non può essere inteso come un problema individuale dei singoli autori di reato e delle famiglie, ma piuttosto come un fallimento del sistema”, ha detto Barbara Grüner, presidente federale del Kjsö, ribadendo la totale contrarietà alla richiesta di abbassare il limite di età della responsabilità penale a 14 anni. Ridurre l’età della responsabilità penale violerebbe i diritti dei bambini e avrebbe un impatto negativo sullo sviluppo dei giovani. “Rinchiudere i bambini non è una soluzione”, spiega Grüner. “Invece, ovunque i bambini vivano, imparino e giochino, dobbiamo creare strutture che prevengano la violenza. Ogni bambino in Austria deve avere condizioni in cui riceva il miglior sostegno possibile e le offerte di aiuto siano accessibili”, ha affermato la presidente della Kjsö. Il caso particolarmente raccapricciante di violenza sessuale contro un bambino di dodici anni, divenuto noto di recente, è “ancora una volta un esempio del fallimento delle misure di protezione contro la violenza in Austria”, ha affermato l’organizzazione cattolica. Lo Stato austriaco deve fare tutto ciò che è in suo potere per evitare simili casi in futuro e per proteggere le persone colpite dalla violenza in Austria e per fornire il miglior sostegno possibile per affrontarli, ha sottolineato il Kjsö. “Una misura importante sarebbe il ripristino del tribunale giovanile, dotato di personale qualificato, pedagogicamente formato e con una vasta esperienza nel trattare con bambini e giovani e con le loro esigenze specifiche”, ha chiesto il Kjsö.