Nel 2023 oltre 108 milioni di persone sono state costrette a sfollare in tutto il mondo e il 41% di queste è costituito da bambini sotto i 18 anni. Questo determina disparità nello sviluppo umano tra i bambini e gli adolescenti migranti e quelli del Paese che li ospita, che tuttavia possono essere mitigate dall’accesso ai servizi e ai programmi di regolarizzazione.
Questi dati emergono dallo studio di Mette Foged (Università di Copenaghen) e Sandra Rozo (Banca Mondiale) che verrà presentato venerdì 15 marzo alla Fondazione Banco di Napoli (via dei Tribunali 213) nel workshop “Integrazione economica e sociale degli immigrati e dei rifugiati”, organizzato congiuntamente con il Dipartimento di Scienze economiche e statistiche (Dises) dell’Università di Napoli Federico II e il Centro studi di Economia e Finanza (Csef). Interverranno esperti internazionali tra cui Marco Pagano (Università Federico II), Christian Dustmann (University College London), Tommaso Frattini (Università degli Studi di Milano), Roberto Nisticò (Università Federico II), Dany Bahar (Brown University).
Al termine una tavola rotonda presieduta dal giornalista inglese Bill Emmott (Istituto internazionale per gli studi strategici), già redattore capo The Economist, alla quale parteciperanno Maria De Paola, professore dell’Università della Calabria e dirigente presso la Direzione centrale Studi e ricerche Inps; Tito Boeri, professore ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università Bocconi, saggista, editorialista e già presidente dell’Inps; Stefano Scarpetta, direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali all’Ocse.
Tra i temi della giornata di lavori anche l’impatto dell’immigrazione sull’occupazione e sui salari nel mercato del lavoro dei Paesi di arrivo degli immigrati e gli effetti delle politiche di immigrazione e di integrazione sugli standard di vita e sull’inserimento di immigrati e rifugiati.