“Il popolo irlandese ha scelto di promuovere la famiglia e tutelare la femminilità nei referendum respingendo le proposte costituzionali”. Così il presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (Fafce), Vincenzo Bassi, ha commentato il risultato del referendum irlandese con soddisfazione, parlando di ritorno del “buon senso”. Due erano i quesiti rimessi alla decisione popolare: il primo proponeva la sostituzione nella Costituzione del riferimento alla famiglia, basata sul matrimonio, allargandola fino a comprendere tutte le “relazioni permanenti”. “Vago concetto”, per il Fafce; il quesito, in ogni caso, è stato respinto con il 67,69% di voti contrari. Il secondo quesito invece, noto come “referendum sulla cura”, proponeva una seconda modifica della Costituzione con l’eliminazione al riferimento al lavoro della donna in casa come bene che non può essere fornito dallo Stato e come libertà delle donne di lavorare in casa. Contrario alla modifica il 73,93% dei voti. Bassi parla di “risultato scioccante” e si congratula con Family Solidarity, associazione legata al Fafce, che, insieme allo Iona Institute e a Lawyers For No, hanno sostenuto la campagna per l’abrogazione della modifica. Dal presidente dell’associazione irlandese, Angelo Bottone, l’auspicio che l’establishment politico irlandese “abbia ascoltato forte e chiara la voce delle famiglie. Invece di darci per scontati, ci dovrebbero perseguire politiche a favore della famiglia, delle madri e del matrimonio”.