“Pena di morte, una sconfitta per gli Stati” è il titolo della nota politica di p. Francesco Occhetta sul numero di marzo 2024 di Vita pastorale, articolo nel quale partendo dal rapporto Censis di un paio d’anni fa, si sottolinea come la cultura di morte che promuove la pena di morte stia crescendo. 54 stati dei 193 delle Nazioni Unite prevedono la pena di morte nei loro ordinamenti penali, in Europa rimane in vigore solo in Bielorussia, mentre in Cina, Iran ed Iraq si giustiziano in totale 5mila persone ogni anno. Una riflessione che il gesuita propone ispirato dal recente caso di cronaca del 58enne Kenneth Smith, ucciso in Alabama con un’inalazione forzata di gas azoto. “Ha colpito l’inasprimento del mezzo – l’uso dell’azoto – che ha reso la pratica una vera tortura, contraria ai più alti e nobili princìpi del diritto”, si legge nell’articolo dove viene condannato il mezzo punitivo, citando il punto di vista di Aldo Moro e rifacendosi al pensiero della Chiesa ed alle parole di Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti (FT 268), “quando sottolinea che il senso di giustizia rifiuta e condanna sia la pena di morte sia la pena perpetua, l’ergastolo, che Francesco considera una «pena di morte nascosta»”.