Gesù conosce ciò che è dentro ogni uomo.
Terza domenica di Quaresima, continuano le catechesi mistagogiche per coloro che si preparavano a ricevere il battesimo nella notte di Pasqua. In questa domenica la nostra attenzione si concentra sulla “persona” di Cristo, centro di tutto il Vangelo e della nostra vita. Dio è uno solo e questa verità va difesa contro ogni forma di idolatria. “Non vi è alcun Dio all’infuori di Me”, dice il Signore nel discorso delle dieci Parole, eppure il mondo di oggi è pieno di altri idoli e dei che occupano il suo posto. Viviamo in un tempo dove filosofie o ideologie sostituiscono le religioni ufficiali e istituzionali, figli di quella “religione fai da te” che riduce la fede a un sincretismo religioso. Se parliamo con i giovani di oggi, riscontriamo la loro difficoltà a riconoscersi dentro Chiesa, percepita spesso solo come istituzione, mentre Gesù, ancora oggi, ha tutto da dire e tutto da rivelare. Cristo è il corpo della Chiesa, noi siamo (tutte) le sue membra. In questa immagine mistica della Chiesa occorre ritrovare il gusto per l’adorazione e la preghiera. Gesù vuole ridare dignità al suo corpo, alla Chiesa, scaraventando via non solo i banchi di un mercato (il nostro cuore), ma anche tutto ciò che occupa inopportunamente il sacrario delle nostre coscienze. Non un cristianesimo superficiale, fatto di regole da imparare e da imporre, ma una bella notizia da accogliere con semplicità e umiltà. Bisogna scardinare un vecchio modo di pensare e di credere, basato spesso sulle devozioni e moralismi, ma ri-costruirlo centrato sul messaggio più forte: Gesù è il Regno di Dio. “La mia casa sarà detta casa di preghiera e non una spelonca di ladri” e di inquilini abusivi. Il vero tempio di Dio è il Suo corpo donato a noi e offerto per la nostra salvezza. Gesù non si mette contro i mercanti, ma contraddice l’ideologia religiosa di stampo farisaico, le false religiosità degli scribi. Gesù ci ricorda che non basta osservare le leggi ebraiche per sentirsi a posto, se poi non si è solidali con il prossimo e non lo si riconosce presente nel suo Corpo. Il suo Corpo è l’unico vero tempio che va adorato in spirito e verità. In questo scenario violento, Cristo difende la sua autorità e la missione ricevuta dal Padre. Più che preoccuparci di un tempio fatto di colonne e marmi dobbiamo prenderci cura del tempio del Suo corpo e di quello di tanti nostri fratelli. Del resto ce lo ricorda anche san Paolo: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1 Cor 6, 19-20). Il Corpo di Cristo, che è la Chiesa, è gloria di Dio e dell’uomo. Senza il Corpo di Cristo non esiste un vero culto e non può esserci una profonda esperienza di fede. “Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere”! In queste parole si concentra tutto il mistero e tutta la missione di Cristo. Con Gesù abbiamo una rivoluzione spirituale e una trasformazione radicale del concetto di tempio e del sacro. Gesù si scaglia contro i rigoristi della fede, quei maestri di Israele, pronti a condannare ogni violazione della legge e incapaci di resistere all’idea che l’asino morirà di sete se qualcuno non lo porterà ad abbeverarsi, anche nel giorno di sabato. Gesù non stigmatizza i poveri venditori ambulanti che devono pur sopravvivere, ma i falsi atteggiamenti ammantati di buonismo e morale. Anche noi cristiani rischiamo di metterci in mostra, di vendere le nostre qualità e recitare la nostra parte sul palcoscenico dell’umanità, mentre nel cuore coviamo odi profondi, risentimenti e doppiezza di vita. Gesù ci richiama all’ordine e con la sua frusta di cordicelle stravolge il pensiero di molti. Si passa dalla vecchia economia salvifica a quella della Nuova Alleanza che ha come unico punto di riferimento la croce e la resurrezione di Cristo. In questa prospettiva rimettiamoci in cammino e superiamo gli ostacoli, facciamo tesoro dei salvifici rimproveri di Gesù e rialziamoci perché è tempo di rimettere in ordine la nostra vita, di reindirizzare le scelte fondamentali da compiere. Gesù conosce ciò che abita dentro l’uomo, se percorre una via di menzogna e solo Lui può riportarlo sulla via della luce. Dio non aveva bisogno di olocausti e sacrifici, ma di un unico grande atto di amore: Gesù che si dona sulla Croce. In questa oblazione cruenta si aprono le porte di un nuovo tempio; attraverso questa porta si entra nella via della gioia che supera i rigorismi degli insegnamenti antichi e inaugura un kairos di salvezza. Impariamo allora dalla cacciata dei mercanti dal Tempio ad essere coerenti e sinceri con ciò che crediamo e daremo così ragione a S. Ignazio di Antiochia che cosi si esprimeva: “meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo e poi non esserlo”.