“L’Unicef stima che, negli ultimi due anni di guerra, i bambini delle città in zone dell’Ucraina in prima linea nei combattimenti siano stati costretti a trascorrere tra le 3.000 e le 5.000 ore – ovvero da quattro a sette mesi – rifugiandosi sottoterra. Provate a immaginare di passare 200 giorni negli ultimi due anni confinati in uno scantinato, in un bunker o in un buco nel terreno. Questa è stata la realtà per molti bambini in zone in prima linea in Ucraina”. È quanto ha dichiarato il portavoce dell’Unicef James Elder, in missione in Ucraina, durante il media briefing di ieri al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. Secondo i dati di un’indagine condotta dall’Unicef nei territori sui fronti, la metà dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni ha problemi a dormire e uno su cinque ha pensieri intrusivi e flashback, manifestazioni tipiche del disturbo da stress post-traumatico. Tre quarti dei bambini e dei giovani di età compresa tra i 14 e i 34 anni hanno recentemente dichiarato di aver bisogno di sostegno emotivo o psicologico. Nonostante l’istruzione sia una fonte fondamentale di speranza e stabilità, è cronicamente interrotta e fuori portata per una parte sostanziale dei bambini ucraini. Negli ultimi quattro anni, due anni di Covid-19 e due anni di guerra su larga scala, i bambini delle zone in prima linea sono stati in una scuola per una sola settimana. Nella regione di Kharkiv, due scuole su 700 offrono lezioni in presenza. In Ucraina, l’Unicef ha infermieri in prima linea che vanno di porta in porta per dare alle madri, ai loro bambini e neonati sostegno e cure in quei primi momenti critici. Un team di operatori lavora in prima linea consegnando indumenti caldi, medicinali e altre forniture salvavita. È attiva anche una rete di psicologi che sostengono i bambini e i loro genitori, aiutandoli a superare l’angoscia e il trauma e a trovare un po’ di sollievo e di gioia. E dato che un terzo dell’Ucraina è disseminato di mine, l’Unicef sta fornendo una formazione salvavita sui rischi legati alle mine per aiutare i bambini a proteggersi. “La natura distruttiva di questa guerra si manifesta non solo sul campo di battaglia, ma anche nella vita delle famiglie”, ha detto il portavoce ieri a Ginevra, “ogni giorno si consuma un po’ più di forza, speranza ed energia. Tendiamo ad ammirare la resilienza dell’Ucraina e dei suoi bambini, ma tendiamo a dimenticare quanto questa resilienza costi loro”.