“La Santa Sede riafferma la sua vicinanza alla terra martire ucraina e alla sua popolazione”. Lo ha affermato mons. Marco Ganci, Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, durante una riunione straordinaria a Strasburgo in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina. “Il Santo Padre, nel corso del tradizionale discorso rivolto al Corpo diplomatico di inizio anno, ha espresso rammarico rilevando che ‘dopo quasi due anni di guerra su vasta scala condotta dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, la pace tanto desiderata non ha ancora trovato il suo posto nelle menti e nei cuori, nonostante le numerose vittime e le enormi distruzioni. Un conflitto che si sta sempre più radicando, a danno di milioni di persone, non può continuare, ma occorre porvi fine attraverso negoziati, in conformità con il diritto internazionale’”.
La Santa Sede, da sottolineato mons. Ganci, “ricorda continuamente che la guerra porta solo distruzione, sofferenza e risentimento, e non costituisce mai una via per la risoluzione dei conflitti. È proprio in un simile quadro che la diplomazia può dimostrare tutto il suo peso e la sua capacità di proporsi come strumento efficace al servizio della causa della pace”. Nel contesto globalizzato, in cui è in corso una “terza guerra mondiale a pezzi”, come ha più volte sottolineato Papa Francesco, “i conflitti toccano direttamente solo alcune regioni del mondo; ma in sostanza coinvolgono tutti e quindi l’impegno collettivo è essenziale per riportare la pace nel rispetto di ciascuna nazione”. “La Santa Sede, dal canto suo, proseguirà – ha concluso Ganci – il suo impegno per facilitare il ritorno dei bambini ucraini nel loro Paese e per promuovere diverse azioni umanitarie a favore della popolazione sofferente, grazie anche al costante e incessante sostegno delle diverse Chiese locali”.