“Il Tribunale interdiocesano etneo è una svolta nella vita delle Chiese che sono in Sicilia. È stata fatta questa scelta per stare vicino soprattutto alle coppie che desiderano fare chiarezza sul loro matrimonio e portare a termine un riconoscimento di nullità se ci sono le condizioni. I vescovi ed i parroci sono invitati ad essere prossimi alla gente, non solo nella fase in cui c’è da decidere o da giudicare, ma in particolare in una fase, oserei dire, preventiva. Il matrimonio è un sacramento nel quale si celebra l’amore in Cristo”. Lo ha affermato mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, durante la cerimonia con cui martedì 20 febbraio, presso il Centro studi “Gerlando M. Genuardi” di Santa Maria Ammalati (Acireale), è stato inaugurato l’anno giudiziario 2024 del Tribunale ecclesiastico interdiocesano etneo.
Dopo la relazione del vicario giudiziale, mons. Antonino Legname, che ha rendicontato sull’attività svolta nell’anno trascorso consegnando dati e considerazioni agli uditori, mons. Andrea Ripa, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica nella prolusione ha affrontato il tema “Cause di nullità e carità pastorale. Il ruolo del parroco e del vescovo secondo il Motu proprio Mitis Iudex”. “Riconoscere prima di tutto che il matrimonio è irrimediabilmente naufragato – ha affermato – è il primo passo per innescare il procedimento che porta alla nullità. Quello del parroco, in particolar modo, è un ministero di ascolto ed accoglienza, di prossimità verso coloro che hanno domande e dubbi. Per questo il sacerdote in primis gioca un ruolo fondamentale, in quanto è chiamato al discernimento per orientare i coniugi. Pertanto deve essere presente una consapevolezza da parte dello stesso per riconoscere i caratteri che permettono l’annullamento”.