“Il caso al momento è in esame al Dicastero per la Dottrina della Fede”. Lo fa sapere la Sala stampa vaticana, a proposito del caso di Marko Rupnik, il gesuita sloveno – ora sacerdote diocesano – accusato di aver compiuto abusi su alcune suore della Comunità Loyola. “Negli scorsi mesi, a seguito dell’incarico ricevuto dal Papa a fine ottobre, il Dicastero ha contattato le istituzioni coinvolte a diverso titolo nella vicenda per riceverne tutte le informazioni disponibili relative al caso”, rende noto la Sala Stampa della Santa Sede : “Dopo aver allargato il raggio della ricerca a realtà non precedentemente contattate e avendo appena ricevuto gli ultimi elementi in risposta, si tratterà ora di studiare la documentazione acquisita per poter individuare quali procedure sarà possibile e utile implementare”. Oggi, intanto, per la prima volta – in una conferenza stampa a Roma – hanno parlato in pubblico due ex suore dell’ordine religioso: Gloria Branciani e Mirjam Kovac, una italiana e l’altra slovena. Le due donne hanno raccontato degli abusi “spirituali, psicologici e sessuali” subiti, alla cui radice “c’è l’abuso più profondo, che è l’abuso di coscienza”. Ad accompagnare le due donne l’avvocato Laura Sgrò, che ha invitato a “squarciare il velo del silenzio sugli abusi perpetrati alle suore, di cui nessuno parla”, e ha esortato le eventuali vittime a “denunciare gli abusi davanti all’autorità giudiziaria”.