Fitto il mistero sulla morte del dissidente Aleksei Navalny. Circola sui canali telegram della dissidenza russa un video del canale Sota, che sarebbe di ieri, in cui il dissidente è apparso davanti alla corte di Kovrovsky tramite collegamento video da Kharp, il centro detentivo in cui era incarcerato. Navalny appare sorridente, e in piedi. Non risultavano esserci segnalazioni di problemi di salute, benché per la 27ma volta dall’inizio della detenzione, Navalnyi fosse stato mandato in cella di punizione ancora il 14 febbraio, e sarebbe dovuto restare 15 giorni. Il portavoce di Putin ha dichiarato che il Presidente è stato informato e che si faranno tutte le indagini del caso per accertare le cause della morte. Ma per gli oppositori è chiaro. Secondo Mikhail Khodorkovsky, l’oligarca in esilio, fondatore di “Open Russia”, “la morte prematura di Navalny chiama direttamente in causa i vertici del Cremlino. Non dimentichiamo che Navalny era già stato avvelenato e incarcerato”. Secondo Dmitry Gudkov, leader del “Partito del cambiamento”, “anche se Alexey fosse morto per cause naturali”, queste “sarebbero legate al suo avvelenamento e alle ulteriori torture in prigione. Uno in più che si aggiunge alle centinaia di migliaia di morti di questa guerra”.