Gli agricoltori, ormai in protesta da giorni, questa mattina sono arrivati in centro a Roma, decisi a rappresentare le loro motivazioni, seppur non completamente uniti nell’azione, sostanzialmente separati tra chi punta il dito contro il governo Meloni e chi lo difende.
Il primo appuntamento della giornata capitolina ha visto due trattori fermarsi davanti al Colosseo per lanciare la manifestazione organizzata in piazza del Campidoglio, luogo dove si sono radunati assieme agli agricoltori anche i rappresentanti degli allevatori, del mondo della pesca, dei balneari, dei ristoratori ed altri ancora. Sono 9 i punti portati in piazza questa mattina: no all’Europa su sussidi ineguali, no agli accordi di libero scambio europei e ai green corridor, prezzo minimo garantito oltre i costi produttivi, no al Madeinitaly di marchi speculativi, no alla concorrenza sleale, moratoria dei debiti fiscali e bancari per tutte le aziende danneggiate dalla pandemia, riforma e ristrutturazione delle norme di intervento per le calamità ambientali, no all’eolico e fotovoltaico selvaggio, stop al monopolio delle organizzazioni datoriali di rappresentanza politicizzate. “Al governo abbiamo posto un tema chiaro: serve cambiare direzione. Sappiamo che servono riforme che chiediamo al Parlamento, sappiamo però che servono anche misure urgenti prima che ci sia un tracollo”, le parole di Gianni Castaldo di Altragricoltura, che chiede una dichiarazione di stato di crisi nel dialogo con le istituzioni europee. “Serve invertire la tendenza che negli ultimi 40 anni ha portato questo Paese in una grande piattaforma commerciale speculativa in cui pagano il prezzo i lavoratori e i produttori”. Tanti gli argomenti al centro dei vari interventi susseguitisi, tra questi anche l’uso dei pesticidi, che gli agricoltori tengono a sottolineare come questi siano dismessi in Italia da ormai 30 anni in favore degli agrofarmaci autorizzati dal ministero della Salute. In virtù di questo chiedono anche che venga ripristinata la filiera dei controlli per i prodotti che vengono da altri Paesi, valorizzando il prodotto locale per contrastare quella che definiscono concorrenza sleale. Da questo pomeriggio le proteste si sono spostate al Circo Massimo, dove si stanno dando il cambio nelle testimonianze agricoltori provenienti da tutta Italia. La cittadinanza sembra aver accolto di buon grado la protesta che non sta causando ulteriori disagi alla già problematica circolazione veicolare capitolina, solidarizzando anche con i manifestanti ai quali non mancano incoraggiamenti anche quando si incontrano per strada o a bordo di mezzi pubblici.