“Possiamo utilizzare le evidenze empiriche che ci vengono fornite dalle scienze sociali per affermare che il modello della famiglia è migliore in termini di efficienza. Abitare una famiglia ha effetti positivi in primis riguardo il benessere soggettivo dei membri che la abitano, con riferimento alla situazione economica e anche rispetto agli indicatori relativi alla salute. La famiglia, infatti, aumenta la salute fisica e mentale dei componenti che la vivono. In tal senso, le politiche della famiglia ci permettono, dunque, di sostenere indirettamente le politiche della salute”. Lo ha rilevato Matteo Rizzolli, professore associato di Politica economica all’Università Lumsa, intervenendo al convegno “Assegno unico, fisco, politiche familiari. La politica in dialogo con la famiglia”, promosso dal Forum delle associazioni familiari a Roma.
Margherita Daverio, ricercatrice in Filosofia del diritto all’Università Lumsa, ha dichiarato: “Le politiche fiscali destinate alla famiglia sono un riconoscimento del capitale sociale che la famiglia genera, svolgendo funzioni di interesse collettivo come l’educazione, la presa in carico di situazioni di vulnerabilità, il sostegno in caso di disoccupazione, l’accompagnamento e la cura delle persone anziane. Il sostegno alla famiglia quindi è motivato da ragioni di equità. Oltre alle misure di tipo erogativo occorre rafforzare i servizi essenziali alla persona. Attraverso il riconoscimento fiscale, inoltre si trasmette un messaggio culturale importante a fronte del contributo fondamentale offerto al Paese dalle famiglie”.
Per Cristina Riccardi, vicepresidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, “è centrale uscire dalla logica del bonus e dell’assistenzialismo, per attuare investimenti e interventi a carattere strutturale. Servono misure di tipo preventivo per tutelare le famiglie in difficoltà. In tal senso è necessario favorire un’alleanza tra i vari livelli governativi e le diverse istituzioni. La famiglia è una realtà in sé da valorizzare, che genera capitale sociale ed economico e non una somma di singoli individui. Occorre, dunque, uno sguardo ampio, una prospettiva a lungo termine e un approccio trasversale”.