Giornata del malato: mons. Cirulli (Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca), “mettere al centro Vangelo e giustizia sociale, affiancando chi soffre”

Giornata mondiale del malato con due impegni da mettere al centro, suggeriti ai credenti e alle istituzioni: Vangelo e giustizia sociale. Sono le rotte indicate dal vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, mons. Giacomo Cirulli, nell’omelia durante la messa celebrata ieri, nella cattedrale di Alife, sede dell’appuntamento dedicato agli ammalati per le diocesi di Teano-Calvi, di Alife-Caiazzo e di Sessa Aurunca coordinato dagli gli Uffici di Pastorale della salute delle tre Chiese dell’alto casertano.
“Riflettere sulla relazione giusta che dobbiamo avere con la malattia: credere in Gesù Cristo che è via verità e vita e che, risorgendo dalla morte, ci ha donato la vita che non muore mai”: l’invito di mons. Cirulli che, partendo dall’episodio evangelico del lebbroso guarito che si fa annunciatore della buona notizia, ha chiesto ai presenti la centralità del Vangelo nella propria vita e la fede nel figlio di Dio “ma anche quando il miracolo non arriva, anche quando persiste la condizione di sofferenza e dolore: in quel momento la malattia vissuta nell’intima relazione con Cristo è testimonianza forte di fede che rilancia la corsa del Vangelo tra l’umanità”. A questo particolare invito alla vita spirituale, il pastore ha aggiunto un appello, un “dovere a cui come credenti non dobbiamo sottrarci: da veri discepoli di Gesù Cristo dobbiamo affiancare moralmente le persone che soffrono e fare di tutto perché ricevano gli aiuti necessari, quelli dovuti”. Appello alla giustizia sociale – ed è quella che chiede il Vangelo – che pur rivolgendosi ad un’assemblea di fedeli riuniti in preghiera bussa alle porte delle Istituzioni civili, alla coscienza di chi è deputato a garantire il diritto costituzionale alla salute che si realizza attraverso l’efficienza di servizi e il facile accesso alle cure mediche. E facendo riferimento all’esperienza vissuta in prima persona, mons. Cirulli ha proseguito: “Nell’alto casertano, a Piedimonte Matese e a Sessa Aurunca ci sono due ospedali al cui interno opera personale altamente qualificato che non smette di inventarsi e reinventare strategie per rendere questi luoghi accoglienti e funzionali; eppure la grave carenza di medici e infermieri rischia di far naufragare sia il principio base del diritto alla salute sia il miglior progetto di efficientamento strutturale”. Si schiera dalla parte di quanti, indossando camici e mascherine, percorrono le corsie dei nostri ospedali, trascorrono intere giornate in sale operatorie, passano tra i letti a chiedere “come va”, dilatando turni di lavoro e cuore pur di non trascurare i loro pazienti. Una grave piaga denunciata dal vescovo, anche lui uscito da studi medici, che penalizza il sistema sanitario, che ferisce la dignità di pazienti e di operatori sanitari: “Dobbiamo dirlo, senza violenza, ma con determinazione che gli ospedali funzioneranno se ci sarà il personale per mandarli avanti”; il suo parlare si estende anche ad altri ostacoli che oggi sono sul cammino degli ammalati e delle loro famiglie: il costo di farmaci e il lungo iter per accedere ad esami diagnostici “perché siano alla portata di tutti”.

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