“Nel luglio del 1274 Bonaventura terminava la sua vita spesa con generosità e passione in tre ambiti che rappresentano anche per noi aspetti costitutivi della nostra vocazione religiosa” da meditare “con attenzione”, secondo l’invito di Paolo VI.
Lo scrivono in una lettera, in occasione del 750° anniversario della morte di san Bonaventura (15 luglio 2024), i ministri generali del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare, per “ricordare, celebrare e riproporre il servizio del Dottore Serafico donato all’Ordine e all’intera Chiesa”. I quattro ministri generali (fr. Massimo Fusarelli, Ofm; fr. Roberto Genuin, Ofm Cap; fr. Carlos Alberto Trovarelli, OfmConv; fr. Amando Trujillo Cano, Tor), ricordano che anche Papa Francesco, durante la recente udienza con lo Studium Biblicum Franciscanum, ha evocato il santo di Bagnoregio (Viterbo, Italia) e il Prologo del suo Breviloquium, nel quale incoraggia tutti ad accostarsi “con fede semplice” al Padre.
“Come maestro di teologia – si legge nella lettera –, Bonaventura ci insegna la via dell’intelligenza sapienziale grazie alla quale passare dall’oscurità confusa della foresta ad una comprensione più profonda della nostra fede (illuminazione), portando ‘alla luce le cose nascoste’. In quanto ministro dell’Ordine, ci ricorda l’impegno a rendere la nostra vita una testimonianza animata dalla disponibilità al rinnovamento (purificazione) in modo che, anche in circostanze temporali e culturali radicalmente diverse, la nostra vita minoritica rimanga uno ‘specchio luminoso di santità’. In quanto mistico – conclude la lettera –, ci mostra il centro da cui tutto ha origine e si compie, cioè il Cristo Crocifisso, il quale dalla croce dona ‘il fuoco dello Spirito Santo’ per mezzo del quale raggiungiamo il nostro fine ultimo: ‘essere trasferiti’ e ‘trasformati in Dio’, l’Uno che riempie tutte le cose e che le rende buone e belle”.