“Con la scomparsa di Antonio Paolucci, l’Italia perde un uomo di cultura appassionato e rigoroso, un instancabile studioso che ha dedicato la sua vita alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale. Alla famiglia e ai suoi cari le più sentite condoglianze”. Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla notizia della morte, nella serata di ieri a Firenze, all’età di 84 anni, del celebre storico dell’arte, tra i massimi esperti del Rinascimento.
Soprintendente a Venezia, a Verona, Mantova, Brescia e Cremona, direttore dell’Opificio delle Pietre dure, Paolucci è stato il primo soprintendente per il Polo museale fiorentino e in seguito direttore generale dei Beni culturali per la Toscana. Da gennaio 1995 a maggio 1996 ha ricoperto la carica di ministro per i Beni culturali nel governo tecnico di Lamberto Dini. Nel 1997, dopo il terremoto in Umbria e nelle Marche, è stato anche nominato commissario straordinario per il restauro della basilica di San Francesco ad Assisi colpita dal terremoto. È stato inoltre presidente dell’Accademia di belle arti di Carrara, presidente del comitato scientifico per le mostre d’arte nelle Scuderie del Quirinale, vicepresidente del Consiglio superiore dei beni culturali, consulente del sindaco per i musei civici di Firenze. Dal 2007 al 2016 ha concluso la sua prestigiosa carriera come direttore dei Musei Vaticani.
“Le Gallerie degli Uffizi, che annoverano numerosi dipendenti cresciuti alla sua ombra, si stringono alla famiglia nel cordoglio. In suo onore – ha annunciato il direttore degli Uffizi, Simone Verde – l’Auditorium del museo dove tante volte ha incantato le persone con le sue parole, porterà il suo nome, mentre la sua eredità intellettuale sarà di scientifica ispirazione”.