L’El Salvador, il Paese più piccolo dell’America Latina continentale, va al voto domani per eleggere il presidente della Repubblica e rinnovare il Parlamento. Un voto che si annuncia scontato, dato che il presidente uscente Najib Bukele, che si è ricandidato “forzando” la Costituzione del Paese, che ne avrebbe impedito la rieleggibilità, è stato accreditato dai sondaggi del 70% dei consensi. A fronteggiarlo un’opposizione debole e divisa. Ma non è scontato che il consenso popolare corrisponda a un elevato tasso di democrazia, come fa notare, alla vigilia del voto, il cardinale Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare emerito di San Salvador, già segretario dell’arcivescovo martire Oscar Romero. “Ho usato due immagini per descrivere il panorama pre-elettorale – afferma in un’intervista al settimanale dell’arcidiocesi di Madrid, Alfa&Omega -. La prima: Davide contro Golia. C’è una sproporzione scandalosa tra le risorse del partito al potere e quelle dei partiti di opposizione. A questi ultimi è stato persino negato l’accesso al debito a cui avevano diritto. La seconda è quella del gigante addormentato, cioè il popolo. Non sembra rendersi conto di cosa significhi poter cambiare la direzione del Paese con il proprio voto. I sondaggi indicano che l’esito delle elezioni potrebbe portare a una realtà monopartitica o egemonica”.
Secondo il porporato, “di fronte a una massiccia violazione dei diritti umani, il Governo rimane insensibile ed è disposto a prolungare lo stato d’eccezione (in vigore da quasi due anni, ndr) senza preoccuparsi della sofferenza di migliaia di famiglie colpite. Grazie a Dio, migliaia di prigionieri sono stati rilasciati, ma quasi nessuno osa parlare per paura di rappresaglie. Siamo di fronte a un regime di terrore”.
L’alternativa “è molto semplice, ma forse utopica: mettere in crisi il modello totalmente repressivo e adottare il metodo preventivo utilizzato da Don Bosco. I cristiani credono che ogni essere umano, anche il peggior criminale, abbia diritto a una possibilità. Come diceva san Giovanni Paolo II, solo l’amore trasforma le persone. L’attuale proposta del governo è insostenibile”.