La cappella Nuestro Señor de Esquipulas, della parrocchia Cristo Resucitado, situata nel quartiere Camilo Chamorro di Managua, è stata profanata da persone vicine alla dittatura. Lo segnala, attraverso il dito “Despacho 505” e gli altri principali organi d’informazione indipendenti nicaraguensi, l’attivista e avvocata in esilio Martha Patricia Molina, fonte particolarmente attiva e attendibile rispetto alle persecuzioni subite dalla Chiesa in Nicaragua rispetto alle quali pubblica periodicamente un rapporto.
Gli individui, presumibilmente inviati dalla dittatura di Daniel Ortega, hanno danneggiato i cancelli, il tabernacolo, hanno portato via le ostie consacrate e hanno preso gli altoparlanti che si trovavano in un magazzino.
Lo scorso lunedì 29 gennaio è stata la seconda profanazione subita dalla cappella. La prima risale al 2018, quando i criminali rubarono gli altoparlanti. Secondo l’avvocata, autrice del rapporto “Nicaragua: una Chiesa perseguitata?”, altre profanazioni sono state registrate in diverse parrocchie, ma i sacerdoti “hanno paura di denunciare a causa delle rappresaglie della polizia, che li tiene sotto sorveglianza 24 ore su 24”. Nell’ultimo aggiornamento dello studio con dati fino ad agosto 2023, la ricercatrice ha documentato almeno 80 rapine e profanazioni di templi cattolici dall’aprile 2018. Ci sono stati 34 furti e 46 profanazioni. Di solito le profanazioni sono state accompagnate da rapine.