Nella ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, ha invitato nel centro pastorale a Bolzano i responsabili delle testate locali e i rappresentanti degli organismi professionali per il tradizionale scambio di opinioni sull’attualità e sul mondo dell’informazione. Dopo aver ringraziato i media locali per l’attenzione puntuale e anche critica verso l’azione della Chiesa, in questa fase storica il presule ha concentrato le sue riflessioni attorno al concetto di dialogo. “Si tratta di ascoltare, comprendere e relazionarsi con rispetto, anche quando le opinioni sono diverse. I giornalisti hanno una responsabilità speciale in questo senso. Attraverso un giornalismo critico e di qualità, potete contribuire ad avvicinare le persone, chiarire i malintesi, promuovere un clima di rispetto e tolleranza, aiutare la democrazia”.
“Promuovere la cultura del dialogo è la funzione sociale dei giornalisti – ha proseguito mons. Muser -. La capacità di ascoltare e dialogare avvicina il giornalista al pubblico e migliora il suo lavoro. Oggi domina il web con tante notizie e parole, ma dove si riflette poco. In questo mare non regolato i giornalisti devono costituire un esempio di credibilità, devono saper navigare e fare le verifiche necessarie, distinguere la notizia vera dalle fake news e garantire il diritto del cittadino a essere informato correttamente”.
Anche la pace si costruisce attraverso il dialogo continuo, ha sottolineato il vescovo: “Siamo abituati a dialoghi superficiali e sbrigativi, ma la pace passa attraverso la pazienza del dialogo costante, soprattutto in un tempo in cui l’uso di un altro linguaggio, quello delle bombe, rischia di portare il mondo alla catastrofe. L’urgenza oggi è quella di invitare tutti a fare un passo indietro, fermare la violenza delle armi e trovare un punto di incontro. La pace si costruisce sempre a metà strada”.
Il dialogo, per il vescovo, è strumento cruciale per contrastare la violenza sulle donne: “Va cercato anche in situazioni conflittuali, perché educare alla gestione dei conflitti significa imparare ad accettarli, saper ascoltare e discutere”. Più in generale, ha detto il presule, “il ruolo che i maschi hanno nel mondo non può essere quello di presentarsi più forti, più bravi, più capaci. Una cultura del noi rispettosa delle differenze ci aiuta a superare le false divisioni del mondo in maschile/femminile e un patto educativo con genitori, insegnanti, associazioni, istituzioni e parrocchie può contribuire a costruire relazioni sane”.
Riprendendo il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2024, mons. Muser ha poi affrontato il rapporto con l’intelligenza artificiale, “che pone il dialogo reale davanti a nuove sfide. L’intelligenza artificiale non deve e non può sostituire l’empatia che è alla base delle relazioni tra le persone. Soprattutto nel dialogo tra gruppi sociali diversi, dobbiamo prestare attenzione all’immediatezza e al calore delle interazioni umane per costruire fiducia e una comunità autentica. Usiamo quindi la tecnologia per costruire ponti senza dimenticare il cuore del dialogo: la nostra umanità”.