Anno della preghiera: mons. Forte (Chieti), “per vivere veramente, bisogna pregare”

“Per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, nella “Lettera sulla preghiera” diffusa a seguito dell’annuncio dato domenica da Papa Francesco dell’inizio dell’“Anno della preghiera dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, della Chiesa e del mondo”.
“L’amore – osserva il presule nella missiva – nasce dall’incontro e vive dell’incontro con l’amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive, nel tempo e per l’eternità. E chi non prega?”. “Chi non prega – ammonisce mons. Forte – è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita”. A chiede “come pregare?”, l’arcivescovo suggerisce: “Comincia a dare un po’ del tuo tempo a Dio. All’inizio, l’importante non sarà che questo tempo sia tanto, ma che Tu glielo dia fedelmente. Fissa tu stesso un tempo da dare ogni giorno al Signore, e daglielo fedelmente, ogni giorno, quando senti di farlo e quando non lo senti”. “Cerca un luogo tranquillo – prosegue –, dove se possibile ci sia qualche segno che richiami la presenza di Dio (una croce, un’icona, la Bibbia, il Tabernacolo con la Presenza eucaristica…). Raccogliti in silenzio: invoca lo Spirito Santo, perché sia Lui a gridare in te ‘Abbà, Padre!’”. E ancora: “Porta a Dio il tuo cuore, anche se è in tumulto: non aver paura di dirgli tutto, non solo le tue difficoltà e il tuo dolore, il tuo peccato e la tua incredulità, ma anche la tua ribellione e la tua protesta, se le senti dentro”. “Tutto questo, mettilo nelle mani di Dio: ricorda che Dio è Padre – Madre nell’amore, che tutto accoglie, tutto perdona, tutto illumina, tutto salva”, continua mons. Forte, esortando: “Ascolta il Suo Silenzio: non pretendere di avere subito le risposte. Persevera”. “Non pretendere di afferrare Dio, ma lascia che Lui passi nella tua vita e nel tuo cuore, ti tocchi l’anima, e si faccia contemplare da te anche solo di spalle”, un altro consiglio dell’arcivescovo: “Ascolta la voce del Suo Silenzio. Ascolta la Sua Parola di vita: apri la Bibbia, meditala con amore, lascia che la parola di Gesù parli al cuore del tuo cuore”. “Non mancheranno in tutto questo le difficoltà”, avverte mons. Forte che, però, incoraggia: “Non avere paura, dunque, delle prove e delle difficoltà nella preghiera: ricorda solo che Dio è fedele e non ti darà mai una prova senza darti la via d’uscita e non ti esporrà mai a una tentazione senza darti la forza per sopportarla e vincerla. Lasciati amare da Dio”. “Pregando, s’impara a pregare, e si gustano i frutti dello Spirito che fanno vera e bella la vita”, conclude: “Pregando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si loda. E la lode è la gioia e la pace più grande del nostro cuore inquieto, nel tempo e per l’eternità”.

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