“Predicare il Vangelo a tutte le creature” (Mc 16,15). È stato questo il versetto che ha ispirato l’incontro promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo venerdì 19 gennaio 2024, presso l’Aula del Senato della Pontificia Università Lateranense in Roma. Un momento di dialogo con la stampa, rappresentata in particolare dai media e dagli operatori della Comunicazione sociale, in prossimità della festività di San Francesco di Sales (24 gennaio), al fine di condividere sempre più un rapporto proficuo tra la realtà del Movimento e le testate giornalistiche che, da sempre, ne seguono la vita e le attività. Dopo un breve momento di animazione musicale che ha scandito il pomeriggio a cura di voci e strumenti del Servizio di Musica e Canto di Roma (ministero che, a livello nazionale, conta oltre cento elementi), è stato mons. Alfonso V. Amarante, C.SS.R, arcivescovo titolare eletto di Sorres e rettore della Pontificia Università Lateranense, ad introdurre l’evento, offrendo ai partecipanti una riflessione sul delicato ruolo che oggi i media, soprattutto di ispirazione ecclesiale, svolgono nel panorama sociale e culturale di questa epoca così convulsa. “Aiutare i battezzati a riscoprire il proprio battesimo e ad intraprendere un cammino nuovo nello Spirito Santo, e così facendo immettere nuova luce nel contesto tenebroso di opposizione al Vangelo che oggi sperimentiamo. La Chiesa infatti evangelizza quando immette nel vivere quotidiano quel surplus che viene dall’eternità e che si traduce nel coraggio di assumere e amare la vita di ogni uomo”. Questo il ‘cuore’ del suo intervento, in cui è stata riletta la pagina evangelica, richiamando il Rinnovamento alla sua prioritaria vocazione che passa anche attraverso la comunicazione.
“Predicare il Vangelo fa parte della missione della Chiesa e riguarda tutti i suoi membri. Per annunciarlo, tuttavia, occorre coraggio, ma occorre ancora più coraggio per essere fedeli alle parole che pronunciamo”,
ha affermato poi, evidenziando l’impegno, arduo ma imprescindibile, degli organi di stampa, specialmente in questa epoca così convulsa: “Non si tratta semplicemente di fare la cronaca della Chiesa, né di riferire soltanto i passaggi del Magistero del Papa o trasmettere fatti, o evidenziare scandali. Ai media, specie di ispirazione cristiana, spetta un compito più profondo e profetico: ossia, cogliere in ciò che la Chiesa fa una speranza più profonda. Il ruolo dei media è fondamentale per narrare la missione della Chiesa, assieme agli operatori della comunicazione, siamo chiamati più che mai a dare ragionevolezza del nostro credere: fa paura discutere però dobbiamo farlo, il confronto serve, serve aprire un varco alla luce del Vangelo, di fronte a questa sorta di ‘relativismo editoriale’ che annacqua l’annuncio. Il senso del lavoro giornalistico è, di fatto, fornire argomentazioni sapienti. Chi fa gossip avrà forse più like, ma san Francesco di Sales, con modalità sempre attuali, ci ricorda di avere un dialogo aperto. I tempi che attraversiamo sono brutti ma nessun cristiano deve smarrire la certezza che Dio desidera che tutti gli uomini vengano a conoscenza della verità, e il cristiano cerca sempre la comunione e l’incontro”.
Infine, un incoraggiamento per “recuperare la coniugazione simmetrica tra esplorazione dei fatti e carità esemplare, riscoprendo il buon sapore del Vangelo, per essere riviste aperte, canali intelligenti, siti in cui navigare trasmettendo a ciascuno la bellezza di appartenere a Cristo”. Di seguito, una meditazione sul tema da parte di don Michele Leone, consigliere spirituale nazionale del RnS, che, tracciando il profilo del Santo patrono dei giornalisti, unico nella sua originalità ante litteram di usare semplici fogli per promuovere catechesi, ha ricordato come “tutti abbiamo una buona notizia da proclamare e diffondere”, secondo tre indicazioni di fondo, utili al RnS e al mondo mediatico. In primis “l’orizzonte della missione, che non ha limiti perché la nostra predicazione deve essere inclusiva e raggiungere l’uomo ovunque si trovi”; poi “il significato del ‘vieni e vedi’, perché Gesù chiamava a sé i suoi e non tramite messaggi di geolocalizzazione…”; infine, “il raggiungere le persone nelle loro periferie esistenziali, sporcandoci le mani: le perle preziose, i figli del Padre, restano tali anche se finiscono nel fango”. Quindi, gli interventi di Giuseppe Contaldo, Rosario Sollazzo e Gianpaolo Micolucci, rispettivamente presidente, coordinatore e direttore nazionale del RnS, chiamati ad illustrare il nuovo Quadriennio di servizio del RnS 2023-2026 e il calendario delle attività in programma. Il Presidente nazionale ha ripercorso i cinquanta anni di storia che hanno attraversato questa “corrente di grazia, che si fonda sul cammino di fede»” delineando i tratti principali dell’Associazione definiti dagli Statuti approvati dalla CEI ed evidenziando la presenza capillare in tutta Italia con 1700 Cenacoli, Gruppi e Comunità, nel segno di una dimensione comunitaria e di una profonda comunione con le Diocesi: “Il RnS è un’esperienza ramificata attraverso tutte le nostre realtà locali, a partire dalle parrocchie, in cui siamo accompagnati dai nostri Pastori e guidati dall’azione dello Spirito”. Ora più che mai, ha ribadito Contaldo,
“è la chiave della sinodalità e della gratuità ad animare il volontariato di tanti fratelli e sorelle che si spendono con carità per farsi annunciatori, senza confini, della spiritualità carismatica, dell’universalità e della dimensione profetica, a servizio della Chiesa e della gente”.
Da parte del coordinatore Sollazzo, un rapido focus sugli Organismi pastorali di servizio e le tre figure di vertice, con i rispettivi incarichi, che assieme agli altri tre componenti delle Aree (Formativa, Sociale-missionaria, Carismatica-ministeriale) compongono il Comitato nazionale di Servizio “con ruolo propositivo per il cammino del Movimento”, precisando che “nella bellezza di poter riconoscere una valenza collegiale, aderiamo pienamente a questa Chiesa impegnata nel Sinodo, tenendo nitida come finalità del RnS la dinamica comunitaria e la presenza nel tessuto sociale ed ecclesiale delle Diocesi che abitiamo. La dimensione formativa, infine, ci porta verso l’annuncio kerigmatico della Parola, che nasce da una esperienza personale di incontro con Gesù trasmessa al prossimo, richiamando la fede e l’ardore delle prime comunità cristiane”. Infine, il contributo del direttore Micolucci, a ribadire che “gli eventi previsti per l’anno appena iniziato, a carattere nazionale, regionale e diocesano, aprono ad esperienze di evangelizzazione e formazione, indirizzati a chi già vive il Rinnovamento ma anche a coloro che sono lontani ma possono riavvicinarsi alla fede cristiana”.