“Sul versante antropologico bisogna superare la prospettiva della ricerca di uno specifico femminile, che si esprimeva nella retorica del ‘genio femminile’. Sul versante ecclesiale e socioculturale è necessario superare un sistema contrassegnato ancora da molti tratti androcentrici e patriarcali. Faccio un breve approfondimento”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, nel Discorso alla città e alla diocesi in occasione della Festa patronale di san Gaudenzio.
Con la celebrazione odierna, ha ricordato il presule all’inizio dell’omelia, “giunge a compimento il mio dodicesimo anno di episcopato a Novara. La festa del patrono di Novara e della diocesi è stata in questi anni, per così dire, il mio compleanno a Novara”. “Lo scorso mese di novembre – ha proseguito – mi è capitata tra le mani la mia prima omelia di san Gaudenzio e mi ha impressionato per la sua attualità. Sembra scritta per il tempo presente. L’unica cosa diversa è l’aggravarsi della situazione e dei fenomeni descritti. Sono stato persino tentato di riproporla tale e quale e di rivelare solo alla fine la sua data. Mi è parso bello riprenderne almeno una parte ampia, per poi focalizzare il nostro sguardo sul tema cruciale su cui voglio attirare la vostra attenzione: l’ora della donna nella Chiesa e nel mondo”. Nella sua riflessione, mons. Brambilla ha poi rilevato che “diventare una Chiesa e una società generativa, ci richiama oggi alla condizione della donna nella Chiesa e nel mondo. Sul quadrante del tempo si può dire che ‘è giunta l’ora della donna’”. “La dimensione femminile della vita e del mondo oggi – ha aggiunto – è balzata al centro dell’attenzione proprio nel momento in cui assistiamo nella società contemporanea a tante forme tragiche e drammatiche di violazione delle donne. Qui voglio dar voce al grido di dolore e alla più intransigente condanna di tutte le forme di violenza sulle donne e sui bambini: in una società avanzata, come ci vantiamo di essere, questo dramma è assolutamente incomprensibile e domanda una lotta senza quartiere contro tale cancro della vita umana e della società civile. È un orribile delitto che non si può in alcun modo accettare!”.