Baldacchino basilica di San Pietro: Capitanucci (Fabbrica di S. Pietro), “reale necessità di conservazione del bene”

“Il Baldacchino, unica opera nella quale si vede la collaborazione tra Bernini e Borromini, è una stupefacente macchina di ispirazione processionale, unica nel suo genere per monumentalità”. Lo ha detto Alberto Capitanucci, responsabile dell’Area tecnica della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, durante la conferenza stampa di presentazione, in sala stampa vaticana, del Baldacchino in bronzo dorato della basilica di San Pietro. “Quasi 30 m di altezza e oltre 60 t di peso complessivo, basamenti in marmo di circa 2,5m di altezza e colonne in bronzo decorate in oro di circa 11m che sorreggono, sui quattro lati, cornici e drappelloni decorati”, ha proseguito Capitanucci descrivendo l’opera: “Il soffitto è in legno, impreziosito da elementi in bronzo dorato. Gli angeli sul coronamento misurano quasi 4m di altezza, e le quattro volute tripartite che si staccano dalla parte superiore dell’attico sostengono al loro apice le quattro grandi api, decorazione della base del globo sormontato dalla Croce”. “L’esame dello stato di conservazione del Baldacchino, per quanto allo stato accertabile, sembra escludere degradi importanti del metallo ma, di contro, non può non rilevare la presenza di pesanti patine scure dovute a sostanze grasse e particolato atmosferico ormai inglobato nelle patine”, l’analisi tecnica: “Analoga condizione si riscontra sugli elementi lapide, con particolato aderente alle superfici, tarsie marmoree in fase di distacco e patine grigie dovute all’ossidazione dei protettivi applicati. La copertura lignea, analizzata grazie alla raffinata campagna di rilevamento fotografico mediate droni di recente conclusasi, mostra una estesa sconnessione del sistema delle assi che rivestono la cornice e, laddove gli elementi risultano già divelti, sono evidenti gli accumuli di particellato e residui semicoerenti. Il ‘cielo’ del Baldacchino, con lo Spirito Santo raggiante, presenta numerose sconnessioni e distacchi del tavolato e le superfici policrome e le dorature sono afflitte da diffuse cadute di stratificazione e sollevamenti de-adesivi”. Il restauro odierno, quindi, “più che una buona pratica, è una reale necessità di conservazione del bene”.

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