“So che siete catturati dai giochi di ruolo e che spesso vi immergete talmente in essi da identificarvi nei protagonisti. Io non vi propongo un gioco di ruolo! Ma desidero che possiate mettervi in gioco nella vostra vita! Con la vostra profonda intelligenza provate a pensare cosa fareste se foste voi a capo delle superpotenze: provate ad immaginare quali scelte fareste se da voi dipendessero le sorti della terra e degli uomini che la abitano. Sì, perché la nostra storia locale è profondamente intrecciata a quella nazionale ed internazionale…e voi potete farne parte!”. Lo ha scritto mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro, nella lettera aperta che ha indirizzato ai giovani della diocesi.
Rivolgendosi a “voi che siete il nostro presente ed il nostro futuro”, il presule osserva che “il tempo presente, caratterizzato da eventi dolorosissimi come le guerre nelle diverse parti del mondo e i femminicidi e le violenze di ogni genere, sembra mettere a rischio la nostra esistenza e, con essa, le attese di questo anno che inizia, il 2024”. “È innegabile: il persistere delle guerre è un’aperta sconfitta dell’umanità!”, ammonisce il vescovo, rivelando che “leggendo e rileggendo le notizie di questi giorni, sia nei telegiornali che sulle varie testate giornalistiche, si rimane attoniti dinanzi al pensiero che sembra farsi strada tra tanti: la possibilità di risolvere questi conflitti attraverso l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, ovvero attraverso strumenti che rischiano di privarci della dignità di persone, tanto da deresponsabilizzarci e proporci soluzioni al di là e al di sopra dell’uomo”. “Ci dimentichiamo, però, che le informazioni sequenziali – prosegue mons. Cibotti – sono costruite sempre dagli uomini senza potergliene attribuire la responsabilità: quasi ad affermare che gli algoritmi in un futuro, ormai vicino, potrebbero totalmente sostituirsi alla persona umana ed alla sua intelligenza. Utopia, sogno o realtà?”. Il vescovo rivolge poi ai giovani alcune domande: “Come capo di stato di una delle qualsiasi superpotenze di questo mondo, quale politica vi
sentireste di attuare per risolvere le situazioni di conflitto e le lotte di classe, per superare le ideologie totalitarie? Sapreste dare una lettura, personale e non suggerita da altri, di questo mondo? Vi sentireste capaci di suggerire una soluzione, investendovi tutto, anche la vostra vita?”. “Rimproveriamo gli altri di non sporcarsi le mani e di rimanere ai bordi della strada a guardare, senza sentire neppure il minimo disagio nel non fare nulla. Voi – chiede – avreste un’idea percorribile da suggerire?”. Mons. Cibotti supplica i giovani “di prendere sul serio queste domande! Sono convinto – spiega – che potete farcela e dare il meglio di voi stessi! Questa volta non per una competizione ludica, ma per dare un piccolo contributo alla soluzione dei problemi del mondo”. “È troppo? Provateci!”, l’esortazione del vescovo che assicura: “Da parte mia sono ansioso di leggere le vostre proposte e di farle diventare strumento di lavoro per chi occupa i posti di responsabilità nella nostra società”. “Vi sembrerò un sognatore, ma faccio miei i vostri sogni”, conclude mons. Cibotti, con una promessa: “Invierò i risultati di questo nostro dialogo epistolare agli uomini e donne che rivestono ruoli importanti nel panorama regionale e nazionale, perché chiamati ad amministrare la politica e l’economia locale”.