Giornata della pace: mons. Mosciatti (Imola), “non c’è futuro con la violenza e con la spada. Sperare contro ogni speranza”

“In spem contra spem, sperando contro ogni speranza si sperimenta una operosità anche nelle condizioni più ardue e drammatiche. La speranza non è quando è tutto bello e chiaro, ma quando c’è da affrontare il buio. La speranza è quando non si vede soluzione, e occorre provare a cercare”. Queste le parole di mons. Giovanni Mosciatti, vescovo di Imola, nell’omelia durante la messa per la 57ª Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2024. “In questi giorni drammatici dobbiamo sempre credere che la pace è possibile. La speranza, l’unica speranza per le terre martoriate dalla guerra è vedere in atto un’altra logica, rispetto alla logica dell’odio, della vendetta, della violenza”. Mons. Mosciatti ha ricordato che credere nella pace è “un impegno e una responsabilità, perché non si dà pace se nel cuore vi sono sentimenti di odio, di violenza. Essere ‘artigiani’, ‘architetti’ di pace, vuol dire essere costruttori di ponti e non di muri, di alleanze e non di conflitti. Non c’è davvero futuro con la violenza e con la spada. L’artigiano è un uomo libero, che partecipa con passione di tutto il processo fino al prodotto finale. Anche noi abbiamo bisogno oggi di questi artigiani. Abbiamo bisogno di vedere artigiani di pace e di riconciliazione in azione, per supportare la speranza in noi e suscitarla nei nostri fratelli uomini”. “Dobbiamo però riconoscere – ha precisato – che prima del poter o dover essere dei pacificatori abbiamo la responsabilità di essere ‘pacificati’ noi stessi. È davvero l’esperienza dell’essere pacificati con Dio a fondare la possibilità autentica di essere operatori di pace”.

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