Giornata della pace: mons. Crociata (Latina), con gli algoritmi “è in gioco la persona umana, la sua libertà. Dobbiamo metterci in gioco con la nostra responsabilità”

“Anche quest’anno sentiamo la necessità e l’urgenza di riflettere e pregare per la pace, poiché non solo la guerra contro l’Ucraina prosegue inesorabile, ma anche nella Terra Santa, dove Gesù è nato, si combatte e si muore, tra terrorismo feroce e repressione spietata, senza che si vedano prospettive di tregua e con sofferenze immani di un intero popolo”. Lo ha ricordato ieri mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nell’omelia pronunciata per la solennità di Maria SS.ma Madre di Dio nella 57ª Giornata mondiale della pace.
La riflessione del presule è stata incentrata sui contenuti del Messaggio che Papa Francesco ha scritto per l’occasione dedicandolo a “Intelligenza artificiale e pace”. Mons. Crociata ha rilevato “il valore profetico della scelta del tema di questo Messaggio, che affronta qualcosa che solo apparentemente è astruso, quando invece in breve tempo diventerà presente fino all’invadenza e perfino ingombrante nella vita di tutti”. “Che cosa è in gioco?”, ha domandato il vescovo, osservando che “è in gioco la persona umana; è in gioco la sua libertà; è in gioco, per esempio ancora, la differenza tra informazione e disinformazione, tra notizie vere e fake news, cioè false verità costruite ad arte per far credere vero ciò che vero non è. Ed è su tutto questo che il Papa vuole richiamare l’attenzione, dichiarando che c’è bisogna di etica, cioè di senso del bene e del male, nella creazione e nell’applicazione dell’intelligenza artificiale, e di spirito critico nell’uso dei suoi strumenti e dei suoi prodotti. E poi ancora che c’è bisogno che le istituzioni nazionali e internazionali – ha già cominciato l’Unione europea a lavorare in tal senso, come pure il nostro Paese – si dotino di strumenti di regolazione e di controllo perché l’intelligenza artificiale sia a beneficio e non a danno delle persone, singoli e collettività”. Per questo, ha proseguito, “dobbiamo metterci in gioco con la nostra responsabilità, non fuggire dinanzi alla realtà, ma scegliere di affrontarla e imparare a farlo. Questo porterà pace; ignorare o girarsi dall’altra parte presto o tardi porterà guerra”. “Non rinunciamo mai – l’esortazione del presule – alla nostra coscienza, che dobbiamo cercare di tenere vigile e formata, perché il suo giudizio e quindi la sua voce giunga sempre chiara alla nostra mente e al nostro cuore. E poi conoscenza, che vuol dire imparare a conoscere e a valutare gli strumenti che usiamo, non limitandoci ad apprezzarne il vantaggio per l’utilità che procurano, ma considerando anche gli effetti negativi diretti e indiretti che producono su noi e su altri. A questa coscienza e conoscenza dobbiamo poi educare le nuove generazioni, che spesso crescono a pane e schermo, o meglio a merendine e social”. “In questo inizio di un nuovo anno rinnoviamo la fiducia che il Signore è con noi, non ci abbandona ma ci guida nell’affrontare le sfide che la vita presenta. Egli – ha concluso – ci ha dotati di una intelligenza che dobbiamo sempre di nuovo imparare a usare per la sua gloria e per il bene dei fratelli, senza dimenticare che l’essere umano rimarrà sempre superiore alle macchine, perché è stato creato persona costituita di spirito, libertà e verità. A Maria, Madre di Dio, affidiamo ogni nostra preoccupazione e chiediamo che interceda perché abbiamo sempre chiaro nella mente e forte nella volontà che la nostra vita è un dono e una chiamata a cui vogliamo rispondere con tutto il nostro amore, la nostra fede, la nostra intelligenza”.

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