“Abituati a pensare Dio come l’Onnipotente, l’Essere perfettissimo, il Trascendente, anche noi facciamo fatica a legare Dio alla carne. Quella carne umana che oggi soffre in Palestina, in Ucraina, e nelle mille sofferenze che toccano la vita di tante persone e famiglie”. Lo scrive mons. Giampaolo Dianin , vescovo di Chioggia, nel suo messaggio per il Natale. “Ma se apriamo la Scrittura fin dal principio Dio si presenta così: ‘Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe’. Dio si lega fin da subito alla storia dei patriarchi e a quella di un popolo, intreccia il suo nome a quello di uomini eletti ma imperfetti; si lascia a volte manipolare dalle vicende umane che lo tirano sempre dalla loro parte; dice che lo possiamo incontrare nei poveri e negli ultimi”. “E poi la nascita di Gesù non nel sacro tempio di Gerusalemme, ma in una stalla in compagnia di Giuseppe e di Maria e anche di due animali. E poi la croce simbolo emblematico della cattiveria umana. Gesù, il Verbo, la Parola che ha creato il mondo, ci rivela che Dio è con noi, vicino a noi e non teme di ‘sporcarsi’ con la nostra umanità. Dio lo possiamo incontrare, attraverso Gesù, nella carne, nella storia, nei fatti e nelle vicende della nostra vita e in quelle della storia.